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Il regista Francis Lawrence ci racconta il prequel della trilogia Hunger Games. Che parla dell’attuale polarizzaz­ione nel mondo

- di SIMONA SIRI

LÕultimo film della saga Hunger Games si intitola La ballata dell’usignolo e del serpente e arriva in sala il 22 novembre. Basato su un nuovo libro di Suzanne Collins, racconta eventi che precedono quelli della trilogia originale: è ambientato infatti durante i decimi Hunger Games, con Coriolanus Snow che non è ancora l’autoritari­o presidente di Panem, ma un adolescent­e che viene scelto per essere il mentore di Lucy Gray Baird, giovane tributo del povero Distretto 12. Il regista è sempre Francis Lawrence, che ha diretto gli ultimi tre film. Abbiamo parlato con lui per saperne di più.

La trilogia riguardava l’effetto della guerra sui giovani. Qual è il tema di questo prequel?

«La polarizzaz­ione che c’è oggi nel mondo. Tradotta nell’universo di Hunger Games diventa una riflession­e sulla nostra natura: siamo dei selvaggi che hanno bisogno di essere governati con il pugno di ferro o siamo individui meritevoli di diritti e libertà? Suzanne ha deciso di raccontare una storia intorno a questo dualismo, mettendo al centro Coriolanus Snow e la sua formazione di giovane uomo, trascinato in diverse direzioni e in bilico tra bene e male».

La musica ha un ruolo centrale.

«Assolutame­nte. Suzanne ha scritto la maggior parte delle canzoni e dei testi. Quando ho iniziato a lavorare al film ho guardato un documentar­io sul genere country e mi sono innamorato della musica del West Virginia e dei Monti Appalachi degli anni ’20 e ’30».

Ci parli dei protagonis­ti.

«Tom Blyth interpreta Coriolanus Snow, una scoperta straordina­ria: è un attore talentuoso, ha grandi occhi azzurri, è intelligen­te e sofisticat­o, e in lui puoi davvero vedere il futuro Donald Sutherland.

Trovare Rachel Zegler per Lucy Gray è stato incredibil­e perché, oltre a essere una grande attrice, è una fantastica cantante e ha cantato sempre dal vivo nel film. È bravissima a rendere tutte le sfaccettat­ure del suo personaggi­o, una ragazza piuttosto volubile, affascinan­te, ma leggerment­e manipolatr­ice, misteriosa, che può essere civettuola, seppur è molto intelligen­te. Poi abbiamo Viola Davis, Peter Dinklage e Jason Schwartzma­n. Quest’ultimo interpreta Lucretius Flickerman, primo conduttore televisivo dei decimi Hunger Games e antenato di Caesar Flickerman (Stanley Tucci)».

Quali sono gli elementi di continuità con i capitoli precedenti?

«C’è ovviamente una certa unità estetica con il mondo di Panem che già conosciamo, però l’arena è nuova: è come una città alla quale non siamo abituati, ma in cui riscontria­mo elementi che ci sembrano famigliari. Scopriamo anche come nascono la canzone L’albero degli impiccati e i giochi stessi, che si trasforman­o in ciò che saranno poi. La sfida è stata proprio raccontare una storia diversa, ma con riferiment­i a un mondo che gli spettatori già conoscono, e penso che ci siamo riusciti».

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Dall’alto in senso orario, Rachel Zegler, 22 anni, e Tom Blyth, 28, in
Hunger Games La ballata dell’usignolo e del serpente. Il regista Francis Lawrence, 52. Un’altra scena del nuovo capitolo della saga con la protagonis­ta.
SI TORNA A GIOCARE Dall’alto in senso orario, Rachel Zegler, 22 anni, e Tom Blyth, 28, in Hunger Games La ballata dell’usignolo e del serpente. Il regista Francis Lawrence, 52. Un’altra scena del nuovo capitolo della saga con la protagonis­ta.

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