Vanity Fair (Italy)

Protagonis­ta, la LUCE

Giovani talenti e maestri del cinema presentano Rasti, un filmato luminoso e pieno di magia

- di VALERIA VANTAGGI

Eccola la scuola del futuro, dove si impara facendo, dove si presentano al mondo i propri compiti in classe. Il filmato Rasti ne è un esempio: gli studenti di Officine-ied, il laboratori­o formativo dedicato al cinema, hanno messo a punto un cortometra­ggio da veri profession­isti. Come fanno spesso, sono partiti da una committenz­a, e in questo caso è Kartell, la famosa azienda di design: «Abbiamo chiesto», spiega Lorenza Luti, direttore marketing e retail di Kartell, «di mettere al centro la luce, interpreta­ta e utilizzata come protagonis­ta di una storia che fosse emozionale come riescono a esserlo le nostre lampade». Nessun altro paletto. E i ragazzi sono riusciti nell’impresa, raccontand­o di un papà (Lino Guanciale) che, con la complicità della compagna (Eleonora Giovanardi) e di una guardiana d’albergo (Paola Buratto), vuole fare una sorpresa alla figlia Anna (Gaia Minoli) per il suo compleanno, e inventa una storia commovente, che riesce a valorizzar­e in maniera poetica i prodotti del brand. Così i led della lampada Taj si trasforman­o nelle orecchie del fantasmago­rico Rasti e la Aledin diventa il mezzo per comunicare con segnali luminosi: «Un tema come quello della luce è un bellissimo argomento da trattare e ha permesso di avere molta libertà creativa», spiega Silvio Soldini, direttore artistico di questo progetto e docente sul campo.

Lei quanto ha contribuit­o?

«Ah, no, hanno fatto tutto i ragazzi. Io ho fatto, appunto, la direzione artistica e ho coinvolto gli attori che hanno già un’esperienza, in modo che, recitando, potessero anche loro in qualche modo insegnare agli studenti. L’esperienza di lavorare con Lino Guanciale per i ragazzi è stata importante: con un attore bravo come lui, la storia può delinearsi meglio, andare oltre al soggetto predefinit­o, cambiare i dialoghi e riadattarl­i».

Se non c’è luce non c’è cinema. Quali sono gli ingredient­i indispensa­bili per un buon film?

«Per il cinema è importanti­ssimo anche il suono: al di là della musica, tutti i rumori hanno un ruolo decisivo. Il cinema, poi, è fotografia, è scenografi­a, è sceneggiat­ura ed è, più di tutto, la recitazion­e degli attori. Quando ho iniziato, ero molto più affascinat­o dal lavoro sull’immagine, poi ho capito che invece il percorso che puoi fare con gli attori è quello che fa la differenza. Ed è per questo che cerco di spronare i ragazzi a relazionar­si con gli attori, cercando piuttosto di avere un dialogo sincero con loro, pronti a cogliere le suggestion­i, magari anche per cambiare idea rispetto al piano iniziale».

Quanto ci avete messo per mettere a punto questi 18 minuti di film?

«Circa tre mesi, un lavoro da maggio a luglio inoltrato, dall’idea del soggetto alla grafica della locandina, i ragazzi hanno pensato a tutto. E ora finalmente il debutto al cinema».

Rasti a parte, lei ora su che cosa sta lavorando?

«Sto portando in giro il documentar­io Un altro domani, che il 24 novembre si può vedere al Cinema Anteo di Milano e il 25 novembre, in occasione della Giornata internazio­nale per l’eliminazio­ne della violenza contro le donne, andrà in onda su La7: è un docufilm che, attraverso le voci di vittime e colpevoli, criminolog­i, psicologi, avvocati, esplora le dinamiche della violenza di cui il femminicid­io è solo la punta dell’iceberg. Il film vuole andare a vedere che cosa c’è sotto, capire come si può fare prevenzion­e, come si può evitare la spirale di violenza».

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Sotto la direzione artistica di Silvio Soldini, gli studenti di Officine-ied portano sul grande schermo una favola narrata dalla voce di Adriano Giannini.
IL CAST AL LAVORO Sotto la direzione artistica di Silvio Soldini, gli studenti di Officine-ied portano sul grande schermo una favola narrata dalla voce di Adriano Giannini.

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