di FRANCESCO BONAMI I DETTAGLI DI CHIARA ENZO un invito al rispetto dell’altro
Charlie Chaplin diceva che vista da lontano la vita è una commedia, ma quando la vediamo da vicino, nei suoi dettagli, diventa una tragedia. La pittura di Chiara Enzo (Milano, Galleria Zero, fino al 3/2/2024) concentrandosi sui dettagli, principalmente del corpo femminile, racconta la tragedia dell’identità a prescindere dal genere. Anche se di questi tempi dimenticarsi del genere e della violenza rivolta a un certo genere è impossibile. Ogni dettaglio ricorda che avvicinarsi troppo a qualcosa o a qualcuno può essere spesso spiacevole e, nel peggiore dei casi, estremamente rischioso. L’abbraccio rischia di diventare soffocante, la passione ossessione, l’amore dolore, l’ardore furore, la consuetudine solitudine. Eppure, in ogni dettaglio dipinto, questa artista riesce a comunicare la leggerezza di una carezza, il calore del respiro, la bellezza di una pelle immatura, piena di freschezza, nascosta sotto un’altra che – attraversata dalle emozioni – diventa pelle d’oca. La tragedia allora si allontana diventando commedia, come nel sogno di mezza estate di Shakespeare.
Per capire il mondo e l’universo bisogna essere o un telescopio o un microscopio. Così, ogni dipinto della Enzo può essere visto come un frammento di corpo o come un dettaglio di un pianeta. Allo stesso modo dovrebbero essere considerate le nostre relazioni affettive e umane. Frammenti di un universo più grande e dettagli di un pianeta chiamato essere umano, da scoprire e celebrare al tempo stesso, mai territorio di conquista o violenza. Ogni pittura diventa un avvertimento a ricordare che il tutto è fatto di parti, ognuna da rispettare, ognuna indipendente e libera di amare, di farsi amare e di non voler essere amata. L’ossessione per il dettaglio diventa, spinta all’estremo, la tragedia dello sbaglio.