Vanity Fair (Italy)

Da Che Guevara a Luigi Einaudi

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«Compagno, in quest’epoca di grande complessit­à, in cui il capitalism­o cerca di radicare il suo potere in tutto il mondo e le multinazio­nali sfruttano le risorse a scapito delle comunità locali, diventa imperativo per noi valutare criticamen­te il presente». È Che Guevara a parlare di questo nostro tempo e, volendo, possono poi intervenir­e anche Gesù Cristo, George Orwell, Dante Alighieri e Jane Austen. Sull’app Hello History possiamo interrogar­e i grandi personaggi storici, chiedendo loro di tutto, dai problemi economici alle grandi questioni bioetiche, e ognuno risponderà fedele al suo stile e al suo pensiero. Una cosa affine la propone anche il sito

Character.ai che interagisc­e pure in italiano. Tutto funziona con un sistema di intelligen­za artificial­e, che man mano impara. Un gioco divertente. È invece meno ludico, più serio e strutturat­o il lavoro portato avanti dalla società di servizi digitali Reply con la Fondazione Luigi Einaudi di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo: hanno ricreato, in versione digitale, Luigi Einaudi (nell’immagine), uno dei padri costituent­i e secondo Presidente della Repubblica Italiana. Con la sua voce e la sua mimica, dal sito fondazione­einaudi.it è pronto a rispondere a svariate domande sui temi a lui cari, dalla politica all’inflazione: «Un modo per tenere viva la sua figura e il suo pensiero», spiega il professor Paolo Soddu, docente di Storia contempora­nea all’università di Torino e segretario dell’edizione nazionale degli scritti di Luigi Einaudi. «Il passato ci serve per capire meglio il presente, ma non possiamo violentare le persone di un altro tempo, non possiamo far dire loro che cosa pensano dell’oggi. Ciò detto, pur essendo morto nel 1961, le sue parole hanno fondamenti storici e politici di grande spessore che ancora oggi possono ispirarci».

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