Il bello di FARE IL CATTIVO
A fine anno lo vedremo nel secondo capitolo di Squid Game. Ora l’attore coreano Lee Jin-wook si fa in due in un altro titolo da record: Sweet Home
Nella sua carriera ci sono almeno due traguardi rilevanti: Sweet Home, prima serie coreana a conquistare la classifica Netflix delle produzioni più viste negli Usa (e in Italia), e la prossima stagione del pluripremiato k-drama Squid Game («I miei amici sono convinti che non usciremo più insieme, perché diventerò troppo famoso», scherza in proposito). Lee Jin-wook ha un passato da modello nelle pubblicità e nei videoclip musicali e un presente da attore con una quarantina di titoli nel cv accumulati in una ventina d’anni grazie a un metodo pragmatico: «Decido se accettare un ruolo in 24 ore al massimo. Sbaglio a scegliere? Pazienza: la vita è fatta di errori e fallimenti, ma poi si va avanti».
Sweet
Nella seconda stagione di Home, dove un’epidemia rende le persone violente, lei interpreta un personaggio diverso da quello precedente.
«Vero. Ero il gangster dal cuore d’oro Pyeon Sang-wook, ora sono uno spietato psicopatico di nome Jung Ui-myeong identico al primo per aspetto. Mi ha dato soddisfazione interpretare qualcuno così persuasivo e sicuro di sé. Fare il cattivo, poi, è liberatorio, catartico».
Nonostante i toni cupi della serie, è riuscito a divertirsi sul set?
«Certo, ma chi se l’è goduta di più è stato il mio collega Song Kang, che in una scena ha dovuto trascinarmi per i piedi per metri: si capiva che gli piaceva parecchio».
Sweet Home suggerisce che l’umanità sia terrificante e che non bisogna fidarsi di nessuno.
«Non sono d’accordo. È fondamentale avere fiducia nelle persone che si reputano in buona fede. Ho più paura di me stesso che di loro, specie quando non sento di muovermi, di crescere come essere umano».
È per questo che ha scelto di fare l’attore?
«In verità non era il mio sogno all’inizio. L’ho deciso nel momento in cui mi sono fermato a pensare quale carriera mi avrebbe aiutato a condurre la vita più divertente ed eccitante possibile, oltre che a guadagnare!».
Il suo profilo Instagram non mostra niente di personale. Se fosse uno sconosciuto con una manciata di follower, che cosa posterebbe?
«Le mie foto a cavallo e quelle di automobili: sono i miei hobby preferiti. Forse metterei anche degli spezzoni dei film che amo, come
La vita è bella, Gran Torino, I ponti di Madison County e, soprattutto, Matrix: mina le nostre conoscenze insinuando che il mondo in cui viviamo non sia necessariamente la realtà. Quando è uscito mi ha scioccato».