La mia famiglia È MATRIARCALE
Nell’ultimo kolossal di Martin Scorsese, Lily Gladstone dà voce al suo popolo. E a un amore
Ci vorrebbero più Leonardo Dicaprio a questo mondo!». Lily Gladstone dice più o meno questo, quando le si chiede che effetto faccia essere la moglie del divo, anche se solo per esigenze di copione. L’attrice 37enne (fino a poco fa semisconosciuta) interpreta Mollie nel film Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese. Il kolossal da 200 milioni di dollari, in anteprima allo scorso Festival di Cannes e tratto dal libro Gli assassini della terra rossa di David Grann, arriva il 26/1 su Prime Video. Racconta di come all’inizio del secolo scorso i nativi Osage siano stati massacrati dai bianchi che si volevano appropriare del loro territorio ricco di petrolio. Un uomo con poca spina dorsale, Ernest (Dicaprio), manipolato dall’avido zio William Hale (Robert De Niro), sposa Mollie, una delle donne più influenti e colte della riserva, ma quello che sembra un matrimonio combinato finisce per funzionare. Lily Gladstone, con un passato da ballerina e da artista di strada, ha studiato recitazione al college dopo l’istruzione nella tribù dei Piedi Neri, a cui si è rivolta stringendo al petto la statuetta del Golden Globe, vinta per questo ruolo, che dice di aver ricevuto quasi per magia.
Tornando a Dicaprio: che cosa lo rende il miglior partner sul lavoro?
«Quando l’ho incontrato la prima volta mi tremavano le mani, però non potevo comportarmi da fan: la posta in gioco era troppo alta.
Sul set il rapporto era alla pari. Non so se si è reso conto di quanto sia stato importante il suo ruolo per le popolazioni come la mia. Il mondo ha bisogno di esseri umani integri e di professionisti sensibili, capaci di dare voce e rappresentazione a coloro che non ce l’hanno».
A chi si è ispirata per dare credibilità a Mollie?
«A mia nonna, che è scomparsa due estati fa. Era tenace, decisa, devota alla famiglia e dalla fede incrollabile. Si muoveva con grazia e regalità in una società matriarcale, dove le donne possedevano beni e potere».
Come ha trovato l’incastro perfetto con Dicaprio?
«Leo è uno che improvvisa tanto, io reagivo restando ferma e osservando. Sulla carta sembrava che il legame tra Ernest e Mollie fosse impossibile, viste le mire di lui, invece sia gli Osage sia i due figli della coppia hanno confermato l’autenticità del rapporto».
Che cosa vi hanno raccontato?
«Che i loro genitori vivevano praticamente in simbiosi, stavano quasi sempre insieme, si divertivano in un modo tutto loro prendendosi cura l’uno dell’altra. Quando l’fbi iniziò le indagini sulla strage degli Osage, Ernest finì in prigione, ma il figlio rimase comunque in contatto con lui e l’uomo, una volta rilasciato, continuava a partecipare alle riunioni della tribù».
Lei viene da quella dei Piedi Neri, quindi prima delle riprese non conosceva la lingua Osage. L’ha preoccupata questa sfida?
«Assolutamente, ma per me è stato un onore mostrare la vera comunità e sono davvero grata che mi sia stato concesso».
Con chi ha festeggiato il Golden Globe e chi le sarà accanto nei prossimi appuntamenti?
«Ho una miriade di cugini con i quali si fa festa sempre alla vecchia maniera. Comunque, essendo figlia unica, devo tutto ai miei genitori: mi hanno protetta e incoraggiata, ripetendomi che non c’era niente che non potessi fare. Quindi sono loro a meritarsi il grazie più grande».