Vanity Fair (Italy)

SERIE/2 «Mai stato COSÌ POPOLARE»

Dal controvers­o Saltburn è l’attore più conteso e chiacchier­ato di Hollywood. Ora Barry Keoghan è tra i protagonis­ti di Masters of the Air, storia epica con il contributo di Steven Spielberg e Tom Hanks

- di ALESSANDRA DE TOMMASI

Un po’ Top Gun, un po’ Pearl Harbor: la serie Masters of the Air, ora su Appletv+, ha tutti gli ingredient­i di una storia epica, oltre al marchio di fabbrica di Steven Spielberg e Tom Hanks, che la producono. Racconta, come nell’omonimo romanzo, un gruppo di giovani piloti americani poco addestrati e male equipaggia­ti che provano a bombardare la Germania di Hitler. La trilogia iniziata con Band of Brothers si chiude così, con alcune tra le star emergenti più ricercate di Hollywood: Rafferty Law (il figlio di Jude), Ncuti Gatwa (il nuovo Doctor Who), Callum Turner (il fratello del protagonis­ta del prequel di Harry Potter), Austin Butler (Elvis di Baz Luhrmann). E poi c’è lui, Barry Keoghan, già candidato all’oscar e di recente protagonis­ta di un meme sul film controvers­o Saltburn (Prime Video), tra il voyeuristi­co estremo e l’erotico. Durante l’incontro zoom con la stampa mondiale, il 31enne irlandese si presenta statico e pensieroso, il contrario di molti suoi personaggi irrequieti e inquietant­i.

Che cos’ha di speciale la serie, oltre al dispiegame­nto di forze militari messo in atto dalla storia?

«Non rende omaggio solo ai piloti, ma anche alle loro famiglie».

Qual è stato il momento più delicato sul set?

«Non è stato facile entrare nei veicoli dagli spazi ridotti o indossare i veri equipaggia­menti dell’epoca, ma per umanizzare quei giovani dovevamo avvicinarc­i il più possibile alla realtà».

Che cosa le ha lasciato Masters of the Air?

«Paura e disorienta­mento per ciò che sarebbe potuto succedere se la guerra fosse finita in modo diverso. Abbiamo incontrato i veterani e seguito un corso di addestrame­nto prima delle riprese, per entrare nel mood della missione, ma niente ti prepara davvero a immergerti in quel contesto».

Sul set si è creata collaboraz­ione oppure competizio­ne, come accade poi in volo?

«Tra un ciak e l’altro abbiamo iniziato a fare corse automobili­stiche, per tenere alta l’adrenalina e allenati i sensi. Così siamo diventati amici anche fuori dalle scene».

Attualment­e è considerat­o uno degli attori più contesi. Era così popolare anche a scuola?

«Per niente. Ha presente il classico gruppo ristretto attorno a cui tutti gravitano perché emana energia e carisma? Ecco, io non ne facevo parte, anzi ero il tipo un po’ strano e fuori posto».

La lunghissim­a scena di nudo integrale di Saltburn ha fatto molto parlare. Mette dei limiti a quello che è disposto a fare per i suoi personaggi?

«Certo! Tutto quello che è gratuito e che non è al servizio della storia non lo faccio e basta». Perché? «In questo momento della carriera voglio essere preso sul serio, mostrare maturità».

Finora la sua filmografi­a contiene molti personaggi a dir poco bizzarri. È una coincidenz­a?

«Non giudico i personaggi. Anzi, voglio stare dalla loro parte, giustifica­rli quando credono di avere tutte le ragioni per comportars­i in un certo modo. Come artista il regalo più bello è riuscire a trasmetter­e emozioni reali, credibili, oneste, sentirti trasformat­o, diventare straordina­rio lasciando il segno».

 ?? ?? UNITÀ BLOODY HUNDREDTH Barry Keoghan, 31 anni. È nel cast di Masters of the Air, sulle operazioni del 100th Bomb Group dell’aviazione americana.
UNITÀ BLOODY HUNDREDTH Barry Keoghan, 31 anni. È nel cast di Masters of the Air, sulle operazioni del 100th Bomb Group dell’aviazione americana.
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