Il permesso DI SOGNARE
FILM AL CINEMA
Dopo 40 anni torna Il colore viola. Nei panni di Sofia, ruolo che fu di Oprah Winfrey, c’è Danielle Brooks
Oprah Winfrey torna a far coppia con Steven Spielberg per produrre il remake del Colore viola (dall’8 febbraio nelle sale), un inno al potere delle donne afroamericane che quasi 40 anni fa le regalò la nomination agli Oscar. La sua erede – e fiore all’occhiello del film – si chiama Danielle Brooks: già amata in Orange Is the New Black e osannata a Broadway, si è aggiudicata la candidatura agli Academy Awards. Già dopo quella ai Golden Globe aveva confessato: «Non ero mai entrata in un teatro fino a 15 anni, quando papà mi ha portato a vedere lo spettacolo. Ricordo bene che cos’ho provato: per la prima volta sul palco venivano rappresentate persone come me. Ho sentito il permesso di sognare di poter essere lì, un giorno. Ecco perché il mio grazie più grande va a Miss O che, con tanta grazia, mi ha passato il testimone».
Che cos’altro ha rappresentato Sofia per lei?
«Per me mettere in scena tutta l’indipendenza di questa donna è stato un viaggio molto significativo, perché già a 25 anni l’avevo interpretata a teatro ottenendo una nomination ai Tony. È proprio un cerchio che si chiude meravigliosamente; la storia mi ha dato il coraggio di lasciare la mia casa per inseguire la passione della vita, ed è quello che auguro agli spettatori dovunque si trovino: correte verso la vostra passione».
Come ha reagito all’idea di tornare nei panni di Sofia?
«Quando Oprah mi ha detto che avrei avuto la “sua” parte, sono stata colta dalla sindrome dell’impostore: non credevo fosse il momento giusto e ho lasciato che le paure prendessero il sopravvento. Il giorno dopo mi sono addirittura data malata e ho messo persino in dubbio che sapessi cantare».
Poi che cos’è cambiato?
«Ho realizzato quanto questi film diano vero potere alle donne. Come Oprah ama ripetere: “Sono una, ma ne rappresento migliaia”».
In America Il colore viola è stato il secondo titolo con il maggiore incasso al debutto al box office. Che cosa si aspetta nel resto del mondo?
«Mi auguro che il pubblico sia pronto a rifare questo viaggio con noi».
Il film parla anche di sorellanza. Quando e come l’ha sperimentata?
«Oprah mi ha tenuto la mano a ogni passo di questo percorso, che è stato spaventoso e al tempo stesso incoraggiante.
Ha insistito che mettessi in scena la mia versione di Sofia, non la sua. Tutte le Sofia del mondo senza voce hanno ancora bisogno di storie così».