Vanity Fair (Italy)

STRAZIAMI MA DI PAROLE SAZIAMI, l’arte necessaria di Barbara Kruger

- di FRANCESCO BONAMI

Il primo amore o il primo mestiere non si scordano mai. Infatti l’arte di Barbara Kruger inizia quando viene assunta, alla fine degli anni ’60, da Condé Nast come grafica. Non c’erano computer o software digitali, forbici e colla erano gli strumenti a disposizio­ne per costruire un’immagine o la pagina di una rivista. Era l’età della pietra della comunicazi­one, rispetto alle intelligen­ze artificial­i di oggi. Ma da quella caverna analogica Barbara Kruger ha tirato fuori un linguaggio inconfondi­bile, diventando una pietra angolare della storia dell’arte contempora­nea e di quella femminista (Londra, Serpentine Gallery, fino al 17 marzo). Le sue frasi e le sue immagini sono immediate, dirette, inequivoca­bili. Nonostante siano passati quasi 40 anni da quando quest’artista americana ha iniziato a diventare un punto di riferiment­o per musei e collezioni private di tutto il mondo, la sua arte e i suoi messaggi non sono invecchiat­i. Nel 1989 una sua opera portava la scritta Your Body Is A Battlegrou­nd, il tuo corpo è un campo di battaglia. Era il poster della marcia delle donne a Washington per il diritto all’aborto. Mai come oggi, in un’america che si prepara al Trump 2, dove in certi Stati chi abortisce rischia l’ergastolo, un’arte del genere è ancora sfortunata­mente attualissi­ma. Ma la Kruger non si limita a slogan o frasi a effetto. Per lei le parole fanno parte del nostro paesaggio sociale e culturale e infatti diventano, senza effetti speciali, terze dimensioni o trucchi virtuali, spazi immersivi dove lo spettatore si butta facendosi accarezzar­e da vocali e consonanti. Un’esperienza visiva e verbale in apparenza muta, ma capace di mutare la nostra opinione sul mondo. Barbara Kruger è il miglior esempio di artista politica. Non obbliga a pensare, incita a capire. Se Warhol dipingeva zuppe per tenerci leggeri, Kruger serve hamburger morali per insegnare alla pancia sociale del mondo a digerire. Straziami ma di parole saziami.

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