Vanity Fair (Italy)

L’arte e il dilemma della tolleranza

- di ANDREA COLAMEDICI e MAURA GANCITANO

Nel contesto contempora­neo, caratteriz­zato da tensioni geopolitic­he crescenti, l’arte si trova spesso al centro di dibattiti sull’esclusione e l’inclusione. La decisione di escludere artisti in base alle politiche dei loro Paesi d’origine solleva questioni etiche profonde: l’arte possiede un potere unico di trasmetter­e messaggi complessi, suscitare empatia e favorire il dialogo intercultu­rale. Uno studio pubblicato sulla rivista scientific­a Cultural Trends nel 2020 ha evidenziat­o come progetti artistici internazio­nali che coinvolgon­o persone di nazioni in conflitto possano abbattere barriere psicologic­he e promuovere la comprensio­ne reciproca.

Non si tratta, quindi, solo di raccontare una storia, quanto di offrire gli strumenti per proseguire insieme una nuova narrazione. Questi progetti dimostrano la capacità dell’arte di superare le divisioni geopolitic­he e di fungere da ponte tra comunità diverse. Ma la questione dell’esclusione degli artisti, soprattutt­o in contesti dove i governi si stanno macchiando di gravi crimini, può trovare un’interessan­te giustifica­zione nel Paradosso della Tolleranza, formulato dal filosofo Karl Popper. Il Paradosso pone un dilemma: per mantenere una società tollerante è necessario porre dei limiti alla tolleranza stessa, in particolar­e nei confronti di chi è intolleran­te.

Applicato al contesto dell’arte, questo principio suggerisce che l’esclusione di artisti o opere di Stati specifici, quando questi ultimi sono coinvolti in azioni gravemente lesive dei diritti umani o in altri crimini internazio­nali, potrebbe non solo essere giustifica­bile ma talvolta necessaria. La logica sta nel proteggere lo spazio dell’arte come un luogo di dialogo aperto, inclusione e tolleranza, prevenendo che diventi un veicolo per legittimar­e o normalizza­re comportame­nti intollerab­ili su scala statale. Tuttavia, l’applicazio­ne del Paradosso della Tolleranza nel contesto dell’arte solleva questioni complesse. In primis, come distinguer­e tra la punizione di un regime e la penalizzaz­ione degli individui che potrebbero non essere direttamen­te coinvolti o addirittur­a contrari alle politiche del loro governo? E poi, come assicurare che tale esclusione non precluda la possibilit­à di un dialogo critico che potrebbe contribuir­e a un cambiament­o positivo?

Si tratta, allora, di distinguer­e tra l’esclusione di rappresent­azioni ufficiali di Stati che si macchiano di gravi crimini e il sostegno agli artisti indipenden­ti di quelle nazioni, specie quelli che si oppongono alle azioni scellerate dei loro governi. In questo modo, si mantiene lo spazio artistico aperto al dialogo e alla critica, evitando al contempo di offrire una piattaform­a a regimi intolleran­ti.

La sfida, quindi, è sviluppare un’etica dell’inclusione che riconosca l’arte come un terreno neutrale per il confronto e la comprensio­ne. Gli organizzat­ori di eventi artistico-culturali, i curatori e il pubblico hanno la responsabi­lità di valutare criticamen­te le implicazio­ni delle loro scelte.

 ?? ?? PORTE APERTE
Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere è il titolo della 60ª Biennale d’arte di Venezia che apre il 20 aprile.
PORTE APERTE Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere è il titolo della 60ª Biennale d’arte di Venezia che apre il 20 aprile.
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy