BARBECUE, MA SOTTOVOCE
Il bel tempo in arrivo riapre la stagione del barbecue (o «grigliata») e per chi dispone di terrazzi o di prati invitanti si prepara a un periodo di ghiotte occasioni. Mentre però gli ospiti gireranno felici tra sangria e finger food in attesa di salsicce, bistecche, verdure magistralmente grigliate, ci sarà un generoso volontario, spesso l’ospite, che con grande abilità seguirà le varie cotture senza staccarsi un momento dalla griglia. Barbecue (con la q o con la c, talora anche semplicemente BBQ) deriva dallo spagnolo barbacoa, originato dal termine usato dal popolo Arawak (Antille), che indicava una griglia di legno verde sopra braci ardenti. Oggi può essere a carbone o a legna, ma ne esistono di più facili a gas o elettrici, anche se i Soloni della materia non approvano del tutto. All’intenso lavoro del padrone di casa si aggiunge un’altra difficoltà: come ai tempi degli antichi Greci, il dio del tempo, invidioso di tanta offerta e non invitato, si fa spesso sentire con scrosci, tanto improvvisi e brevi quanto violenti, di pioggia. Dopodiché, si placa e assiste, più sereno, alla bella serata. Che bella più non è perché tutto è stato inondato in modo quasi irrecuperabile. Con uno sforzo di volontà si cercherà di superare allegramente l’impasse. Ma converrà magari fare inviti a bassa voce in modo che il dio invidioso non si presenti più alla bella occasione.
Avvocato, esperta di storia della cucina e di arte del ricevere, cuoca appassionata e collezionista di testi dedicati alla gastronomia. Ha scritto il libro Dizionario irresistibile di storie in cucina (2021, Cairo).