PAROLE, by Emanuele Farneti.
La vigilia di un appuntamento, in un bar a New York, con un ragazzo timido e gentile che ha i capelli rossi e suona il violoncello. Un gruppo di ventenni che condividono casa e sogni in un quartiere polveroso di Londra; una ragazza sconosciuta che sorride in un pub. Un bambino che cresce a Lima educato ai principi del decoro e del pudore. Un giovane che calpesta una stella di metallo sul marciapiede di Faubourg Saint-Honoré, il giorno prima di incontrare la persona che potrebbe cambiargli la vita, e di colpo capisce che l’ora è arrivata. Foto, parole. Parole che fotografano istanti nel tempo, momenti in bilico, attimi sospesi prima che tutto possa ancora succedere.
Poi. Quell’amore non nascerà mai. Quei ragazzi saranno il gruppo dei più influenti fotografi, stilisti, artisti degli anni 90; quella ragazza diventerà Kate Moss. Quel bambino, Mario Testino, dopo un viaggio in Brasile, firmerà alcuni dei più intensi nudi degli ultimi decenni («La mia identità di fotografo si è definita proprio attraverso la perdita del pudore»). Il destino di quel giovane sarà di chiamarsi Christian Dior.
Le parole sono importanti. Anche per un giornale come “Vogue Italia”, che da sempre si caratterizza per la potenza dell’immagine. Una cosa non esclude l’altra, anzi la rafforza. Così, nel processo di cambiamento iniziato con il numero di maggio e che vedrà un susseguirsi di novità e sorprese, questo mese accogliamo per la prima volta in copertina il talento visivo di Inez e Vinoodh, e allo stesso tempo ci godiamo il piacere di leggere i racconti scritti da grandi firme internazionali, a cominciare dal premio Pulitzer Michael Cunningham.