IL MARE DENTRO, by Maria Vittoria Pozzi.
Ecoformulazioni solari a bassissimo impatto sull’ambiente acquatico. Per proteggere la pelle dai raggi Uv rispettando l’habitat marino e gli animali. A partire dalle tartarughe
Cosa c’entra una tartaruga marina con un latte solare? Da oggi molto. Anche se tutto risale a cinque anni fa quando Biotherm ha iniziato un progetto di sostegno per salvare il pianeta, riducendo l’impatto sull’ambiente acquatico e lavorando sull’ecoconcepibilità di formule e pack. Quindi cosmetici che si risciacquano subito e con una biodegradabilità del 96%, pack con il 14% di plastica in meno e riciclabile in toto. A fronte di una protezione ottimale e di una sensorialità strepitosa, ecco la minilinea WaterLover Sun Milk Spf 15, 30 e 50 per viso e corpo, al delicato profumo di limone, mandarino e muschio. Già un must-have per le fan più sensibili all’ambiente di sole e mare. «Non è stato semplice concepire la formula: 7 anni di ricerca, 20 ricercatori impegnati e più di 150 materie prime impiegate per raggiungere la non invasività sulle acque marine, che anno dopo anno diventano sempre più vulnerabili. Per testare il prodotto, Biotherm ha progettato Ocean 5 Platform, piat- taforma sperimentale di vari tipi di plancton e organismi d’acqua dolce e salata. Maggiore difficoltà? Trattare i filtri in modo che avessero un minor impatto sulla biodiversità, senza perdere efficacia e gradevolezza», spiega Caroline Nègre, direttore scientifico del brand. Ma non solo, WaterLover è diventata anche partner di Mission Blue, un’iniziativa globale che tutela gli oceani e crea una rete globale di protezione delle aree marine. Per l’estate 2017, infatti, Biotherm si occuperà di proteggere le praterie di alghe e le zone di nidificazione delle tartarughe intorno all’isola di Formentera e seguirà un’iniziativa speciale con Arca del Mar della Fundación Oceanogràfic di Valencia per salvare le testuggini più “distratte” che spesso finiscono nelle reti dei pescatori. Dice Susana Ortiz, direttrice del Centro Oceanografico: «Nel nostro acquario, ogni animale marino che accogliamo ha un nome, viene seguito, curato e poi reinserito nel suo ambiente naturale. Nello specifico per le tartarughe abbiamo creato una vera task force di salvataggio: vittime di embolie perché pescate inavvertitamente per sbaglio e poi liberate, molte muoiono poche ore dopo. Con camere iperbariche e trattamenti veterinari appropriati le riportiamo in salute, poi le riaccompagniamo in spiaggia e così possono tornare a “casa”».