Il Nuovo Vogue Italia
Capitolo primo, in cui comincia una nuova storia.
Nella lunga vicenda di Vogue Italia, chi ci ha preceduto ha dimostrato che tutto può cambiare, anzi deve farlo, e rapidamente e in continuazione: per raccontare le trasformazioni, certe volte per anticiparle, o in alcuni fortunati casi persino per favorirle.
Così, a partire da questo numero, il giornale si trasforma per raccontare storie nuove, con parole nuove. Parlano di notti parigine che rinascono dopo il Bataclan, di artisti internazionali che lasciano tracce su luoghi iconici dell’italianità, di una campagna online che prova a tracciare una diversa linea sulla mappa del pudore; di stylist, i protagonisti della creatività in queste strane stagioni in cui poco si crea e molto si mescola. Per un tuffo in piscina, luogo iconico dell’immaginario artistico, c’è il racconto del regista che più di ogni altro ne ha fatta un’ossessione (e per una ragione precisa, che spiega qui); un viaggio nel mondo dell’immagine a trent’anni dall’invenzione di Photoshop parte da una spiaggia che non è mai esistita; la moda la racconta, con visione laterale, un genio che non disegna da quasi due anni, ma intanto studia, osserva, immagina. Naomi Campbell dedica a Gianni Versace, a vent’anni esatti dalla sua scomparsa, un ricordo in- timo e dolente, di cui sono protagoniste una ragazza, una farfalla e un tocco di magia.
Cambia la grafica: poche immagini ma rilevanti (perché un magazine sceglie e seleziona e ordina, diversamente dai social media che accumulano, e infatti gli sono complementari, non alternativi); i testi sono chiari e facili da leggere; le pagine diventano colorate perché pensiamo che oggi ci sia più bisogno di gioia e bellezza che di rigore e freddezza. È nuova la carta, più preziosa, e il formato, ampio e spettacolare. È nuova la struttura del giornale, come sono nuovi molti collaboratori, il cui punto di vista arricchisce quello di un già formidabile gruppo di lavoro.
E per metterla in copertina, questa storia, che nei prossimi mesi si arricchirà di idee e protagonisti, nessuno meglio di Steven Meisel, l’uomo che negli ultimi trent’anni ha formato l’immagine di questo giornale, e attraverso di esso della moda, e di una porzione non marginale del nostro gusto per il bello. •