Il Pasto E Le Parole
Suo padre, il grande fotografo Lord Snowdon, l’ha abituata fin da piccola a stare attorno a un tavolo con artisti, attori, nobili, commedianti. Naturale che FRANCES VON HOFMANNSTHAL si inventasse un giornale che è un invito a pranzo.
Frances von Hofmannsthal, 38 anni, è la figlia più giovane del fotografo Tony Armstrong-Jones, diventato Lord Snowdon dopo le nozze con la principessa Margaret d’Inghilterra. Snowdon e Frances erano molto uniti fino alla scomparsa del fotografo, lo scorso gennaio. È stata lei a curare il libro “Snowdon: a life in view” (Rizzoli Int.): una raccolta di fotografie – alcune inedite –, lettere e memorabilia degli ultimi 50 anni del «darling Tony», come lo chiamava Diana Vreeland. Frances ha di recente creato “Luncheon”, un magazine che, dopo solo tre numeri, è diventato un piccolo cult. «È un giornale di stile e cultura, che invita amici di varie generazioni e provenienze a scambiare idee, a raccon- tarsi vita e lavoro. Meglio se durante un pasto, che sia un semplice sandwich al parco o il menù sofisticato di un buon ristorante». Ecco allora, nel primo numero, l’artista Francesco Clemente esprimere la sua opinione su “La grande bouffe” del pittore Salman Toor, mentre Manolo Blahnik ed Erdem si scambiano aneddoti pranzando nel giardino del Chiltern Firehouse; nel secondo gli attori Lily James e Dominic West scherzano dopo aver chiamato il room service del Claridge’s, e la giovane designer Simone Rocha si racconta davanti a piattini di dim sum. Incontro Frances nel piccolo ufficio del suo magazine nel cuore di Shoreditch, l’East End londinese. Dopo
aver salutato Thomas Persson, l’altro fondatore della rivista, Frances suggerisce di fare l’intervista mentre pranziamo alla Rochelle Canteen, il ristorante del piano di sotto, in vero stile “Luncheon”.
Perché una nuova rivista e chiamarla “Luncheon”?
Thomas Persson e io ci siamo conosciuti nella redazione di “Acne Paper”. Da tempo volevamo fare un nostro giornale. Ne discutevamo spesso durante pranzi e aperitivi, e la conversazione andava avanti per ore, cambiando di continuo temi e soggetti. Che poi è proprio la formula di “Luncheon”.
Che cos’è esattamente “Luncheon”?
Un cocktail di immagini, fotografie, disegni e illustrazioni. E tante conversazioni tra, magari, un artista di 90 anni e un fotografo di 20. Da questo tipo di mix nasce la bellezza. Ci piace l’idea di creare qualcosa di unico, da guardare, leggere, rileggere, e conservare.
Come sceglie storie e persone da pubblicare?
È tutto molto random, le idee nascono spontaneamente a una festa, a una mostra, oppure con qualcuno che incontro per caso. Voglio che lo spirito del giornale resti libero: proprio come succede durante un pranzo, non sai mai chi hai seduto accanto e di cosa parlerai.
Ha mai lavorato con suo padre?
Sono cresciuta nella casa dove mio padre aveva lo studio (tornavo da scuola e se c’era la luce rossa sulla porta, bisognava fare assoluto silenzio). Ogni volta che finiva uno shooting, mi chiamava per incontrare il suo soggetto. Al tavolo della cucina si sedevano tutti, mio padre, gli assistenti, i collaboratori, e l’attore o attrice di turno.
Quale personaggio l’ha impressionata di più?
Forse Margaret Thatcher. E sicuramente Tom Cruise...
Suo padre l’ha mai fotografata?
Sì, molte volte, ero il suo soggetto preferito quando aveva in mano una nuova fotocamera da provare, o voleva sperimentare una lente diversa. Una vera tortura!
Com’è per lei il lunch perfetto?
Attorno a un lungo tavolo, con commensali di ogni età e status, seduti magari anche per sei ore di fila, con conversazioni che si incrociano e si sviluppano liberamente. E magari con tanti bambini che giocano intorno.
I suoi ospiti ideali?
Il comico e star della tv britannica James Corden e il pittore Francis Bacon. E io, seduta tra loro due. •
«Un cocktail di immagini, fotografie, disegni e illustrazioni. E conversazioni tra, magari, un artista di 90 anni e un fotografo di 20»