Una bella storia italiana
“René Caovilla” scrive un nuovo capitolo del suo lungo cammino nella creazione di calzature fatte ad arte. Confermando e riaffermando la sua forte identità, legata ai canoni di profonda artigianalità e alta creatività. Ma riletti secondo codici contemporanei. Grazie all’ingresso nella Maison della terza generazione.
Ci sono due nomi propri – Edoardo e René – che dal 1923 si alternano nel significativo percorso della Maison “René Caovilla”, sottolineando così la continuità di un progetto transgenerazionale ancor prima che imprenditoriale, famigliare prima ancora che aziendale. Edoardo si chiamava il capostipite, colui che con le sue intuizioni visionarie aprì un laboratorio artigianale di scarpe di lusso a Fiesso d’Artico, vicino a Venezia. Edoardo si chiama anche suo nipote, attuale COO e direttore creativo, che dal 2010 – grazie alla formazione finanziario-manageriale e a un’innata attitudine artistica – ha portato una fresca ventata di rinnovamento. In mezzo c’è René, figlio del primo e padre del secondo, che negli anni Cinquanta, dopo aver studiato design a Parigi e a Londra, ha preso in mano le redini dell’impresa indossando fin da subito i panni del capitano d’industria, illuminato artefice dell’affermazione del brand. Di pari passo, sono tre le parole che ricorrono senza soluzione di continuità: passione, creatività, eccellenza. «Non abbiamo mai smesso di pensare alle nostre calzature come a “raffinati oggetti d’arte chiamati scarpe”», ricorda Edoardo Caovilla, citando la frase che il padre René amava ripetere spesso per far risaltare il valore aggiunto dell’alta artigianalità e della sapiente manualità, ancora oggi segno di riconoscimento della Maison. Senza dimenticare la licenza di interpretare ogni idea seguendo i canoni della libertà. «Da sempre abbiamo una visione molto personale, poetica e creativa, del fare imprenditoria», continua Edoardo Caovilla, chiamato a occuparsi della Maison dopo diverse esperienze nella finanza internazionale e nel private equity. «Forse perché, come racconta ancora oggi mio padre René, siamo nati in mezzo alla bellezza, tra le ville palladiane del Brenta, e abbiamo respirato l’aria della Venezia aristocratica». Proprio in questa cornice negli anni Sessanta René Caovilla ha pensato, disegnato e creato i pezzi iconici, quelli che tuttora, rivisitati e attualizzati, sono emblema di una femminilità seducente e sofisticata: il sandalo “Snake”, diventato il simbolo della griffe, lo stivale di tessuto da indossare come una calza, l’infradito con le perle. «Quando sono stato chiamato da mio padre per affiancarlo nella conduzione della Maison, il primo step è stato quello di interpretare gli antichi sapori in maniera attuale, di sottolineare la parte storica del Dna con occhio contemporaneo, di recuperare i codici parlanti del lessico aziendale per esaltarli». Puntando anche su un posizionamento internazionale molto alto e in crescendo con l’apertura, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, di vetrine esclusive a New York, in Madison Avenue, e nel Dubai Mall, e il rinnovamento delle boutique già esistenti. «Ritengo che le nuove generazioni debbano valorizzare quello che ricevono da chi li ha preceduti», puntualizza Edoardo Caovilla. Coerente con questo pensiero è il progetto di mentorship al via a settembre, realizzato in collaborazione con “Vogue Italia” per supportare i giovani talenti nel mondo della moda attraverso l’heritage e i valori di “René Caovilla”. Così il presente diventa un ponte tra passato e futuro, costruito su una visione globale: che salvaguardi le capacità artigianali, ma allo stesso tempo investa sulla tecnologia; che esalti i legami con il territorio, e contemporaneamente colga gli stimoli provenienti da tutto il mondo. È stato come aprire lo scrigno e tirar fuori i gioielli di famiglia per indossarli con una nuova attitudine. «Sono profondamente darwiniano, credo in una continua evoluzione», conclude Edoardo, lasciando intuire che il nuovo corso è solo all’inizio.