L’Isola Che (Non) C’è
Una Sardegna che va oltre tutti i cliché, quella raccontata da PRETZIADA. Duo creativo che, tra moda e design, rivisita l’alto artigianato locale in chiave contemporanea. E lo porta nel mondo.
Si dice che l’utopia sia possibile se non si è ancora sperimentata. Ma i creativi Ivano Atzori e Kyre Chenven da due anni stanno realizzando la loro nel Sulcis, in Sardegna, «a dieci ore di silenzio dalla penisola». La coppia italoamericana, un passato a New York nella moda e nell’arte, ha scelto una terra inesplorata e remota, che molti vogliono lasciare, per ideare Pretziada, progetto interdisciplinare che unisce artigianato, moda, turismo, narrazione. Il filo rosso è il racconto della vita dell’isola attraverso la sua cultura arcaica, i suoi prodotti ignoti, le antiche tecniche da salvaguardare, in una chiave estetica personale e contemporanea. «Vogliamo creare il mondo in cui vivere e dare un contributo sociale», spiegano. Così studiano a fondo il territorio – «mantenendo la visione da outsider, nostro punto di forza» – e tessono una rete di connessioni tra artigiani locali e designer internazionali, per rivisitare oggetti della tradizione e farli conoscere nel mondo con l’e-commerce. Pochi, selezionati, con un passato da raccontare. Come le brocche della sposa, usate dalle donne per raccogliere l’acqua nella Sardegna rurale, reinterpretate dalla designer Valentina Cameranesi Sgroi; o il Pretziada boot, lo scarponcino dei pastori: modernissimo già in originale, alleggerito nei materiali. «Volevamo creare un oggetto eterno. Vedere nelle boutique di New York, Los Angeles, Cagliari un pezzo della vita agropastorale sarda accanto a Margiela e Balenciaga fa un certo effetto. E ci dà molta speranza». •