VOGUE (Italy)

Imageries

Cent’anni fa Dora Kallmus apre a Vienna il suo studio di fotografia. Diventa così MADAME D’ORA, la ritrattist­a che ha saputo cogliere l’intensità e l’unicità dei volti del 900. Da Klimt a Picasso.

- di Mariuccia Casadio

COME MAI PRIMA D’ORA,

Aveva scelto di firmarsi Madame d’Ora, uno pseudonimo d’ispirazion­e francese che molto contribuì a renderla celebre nel milieu artistico, alto borghese e aristocrat­ico della Vienna del primo Novecento. Una Vienna capitale dell’Europa moderna, ricca di figure innovative e straordina­rie, che lei comincia a ritrarre con grande successo a partire dal 1907, prima donna fotografa del XX secolo con un atelier che porta il suo nome. Di origine ebraica, la sua è un’abbiente famiglia di avvocati, molto nota e stimata in città. E lei, nata Dora Philippine Kallmus nel 1881, appare presto vocata all’emancipazi­one. infatti anche la prima studentess­a a frequentar­e i corsi di teoria del Graphische Lehr und Versuchsan­stalt nel 1905, quando ancora accademie e università sono precluse alle donne. Dopo essere divenuta membro della Photograph­ische Gesellscha­ft di Vienna, parte alla volta di Berlino per proseguire gli studi nell’atelier del celebre ritrattist­a tedesco Nicola Perscheid. Tuttavia, evidenteme­nte più attratta dallo stile fotografic­o del suo assistente Arthur Benda, ritorna con lui a Vienna e lo coinvolge nel progetto del primo studio, battezzato appunto

Benda-d’Ora. Inutile aggiungere che Madame d’Ora poco o nulla condivide con il ritrattism­o accademico del suo prestigios­o insegnante berlinese. E presto si afferma proprio per l’eleganza e la naturalezz­a nonchalant­e che sa infondere ai soggetti fotografat­i, decisament­e agli antipodi delle pose composte, congelate e un po’ mortifere di gusto ottocentes­co. Dora Kallmus è moderna, innovativa e anticonfor­mista. E decisament­e condivide con la sua clientela, che spazia da Gustav Klimt (ritratto nel 1907, in concomitan­za con la prima grande esposizion­e dedicata dalla città di Vienna al suo rivoluzion­ario immaginari­o secessioni­sta) allo scrittore Arthur Schnitzler, o al compositor­e Alban Berg, non senza includere anche sua maestà Karl Franz Josef von Habsburg-Lothringen, ultimo imperatore d’Austria, re d’Ungheria e Boemia, sovrano della Casa d’Asburgo-Lorena e Austria-Este. Ma è solo l’inizio: il successo è tale da divenire una febbre per l’alta società viennese. Assicurars­i una seduta di fronte all’obiettivo di Madame d’Ora diventa diktat: lei sa rendere belli. Non le interessa tanto scrutare e mettere in risalto l’interiorit­à, quella complessat­a psiche moderna che sta contempora­neamente appassiona­ndo il dottor Sigmund Freud, quanto piuttosto enfatizzar­e la forma, l’attitudine e lo stile della sua clientela, che appare sempre iper emancipata, sofisticat­a, à la page. E sembra amare molto quella capacità che lei ha di animare, dinamizzar­e il ritratto, non un semplice scatto, ma qualcosa che evoca piuttosto il linguaggio filmico. La notorietà supera presto i confini del regno austrounga­rico e l’atelier Benda-d’Ora può permetters­i di aprire una succursale a Parigi nel 1925. Una Parigi che apre a d’Ora le porte della moda, le pagine di riviste come “Femina” o “L’Officiel” e le regolari collaboraz­ioni con importanti couturier. Peraltro, è proprio la Ville Lumière a rendere internazio­nale la sua fama di ritrattist­a che, nel decennio tra 1930 e 1940, continua a spaziare nel dominio dell’alta società e delle celebrità, includendo star dell’arte, della moda, dello spettacolo e della danza, da Josephine Baker a Tamara de Lempicka, Marc Chagall o Pablo Picasso, e da Coco Chanel alla scrittrice Colette. Caduta per anni nell’oblio, la strepitosa, sterminata attività della fotografa viennese, scomparsa a Frohnleite­n, in Austria, nel 1963, ritorna ora in auge grazie alla retrospett­iva “Make Me Beautiful!” che, visitabile fino al 18 marzo al MKG di Amburgo, verrà poi esposta al Leopold Museum di Vienna, dal 13 luglio al 29 ottobre prossimo. •

 ??  ?? Ritratto di Tamara de Lempicka, Parigi, 1929. Madame d’Ora sapeva aggiungere ai suoi ritratti un tocco di eleganza francese. Il suo studio fu non a caso la meta più ambita di molte celebrità.
Ritratto di Tamara de Lempicka, Parigi, 1929. Madame d’Ora sapeva aggiungere ai suoi ritratti un tocco di eleganza francese. Il suo studio fu non a caso la meta più ambita di molte celebrità.
 ??  ?? Da sinistra. La modista Laurence Rittener con bracciale déco, 1930. Modello “Pile ou Face” dello stilista Robert Piguet, 1934.
Da sinistra. La modista Laurence Rittener con bracciale déco, 1930. Modello “Pile ou Face” dello stilista Robert Piguet, 1934.
 ??  ?? A riportare la fotografa in auge è “Make Me Beautiful!”, prima rassegna museale mai realizzata sul suo lavoro. Oltre 250 ritratti e scatti di moda testimonia­no uno sguardo fuori dagli schemi nell’arco di mezzo secolo.
A riportare la fotografa in auge è “Make Me Beautiful!”, prima rassegna museale mai realizzata sul suo lavoro. Oltre 250 ritratti e scatti di moda testimonia­no uno sguardo fuori dagli schemi nell’arco di mezzo secolo.

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