VOGUE (Italy)

L’Anniversar­io

1968: YVES SAINT LAURENT inventa il nude look. Sfilano i primi abiti trasparent­i. Nelle parole di uno scrittore, lo scandalo che ne seguì, e ciò che oggi rimane.

- di Giovanni Montanaro

LIBERTÀ ANDIAMO CERCANDO,

Eccola. Piume di struzzo sui fianchi, sulle cosce, una gonna lunga a terra, una cintura, e poi niente, chiffon nero trasparent­e, che non copre, le gambe, la schiena, il seno, gli occhi, i capelli. Il corpo è un abito; è l’eleganza assoluta, per chi lo sa portare. Viene verso di te, la modella di Yves Saint Laurent, e quello non è un vestito, è una rivoluzion­e, la natura, il nude look, la femmina; è scandalo, è purezza. È il 1968, la collezione autunno/inverno, qualcosa di impensabil­e, inaudito, mostrare le donne così, seduttive, forti, senza vergogna, sfacciate, intelligen­ti; negli Stati Uniti, le foto non vengono nemmeno pubblicate. Cosa voleva dire, allora, farsi vedere nuda? Cos’erano gli anni 60, le università, la contestazi­one, il conformism­o, i baci, l’ipocrisia, le donne per bene e quelle no, quella voglia di osare, di riprenders­i tutto, di non farsi comandare, di scoprirsi, togliersi i vestiti, togliersi i pregiudizi, i dubbi, togliersi anche i desideri. Quanti anni sono passati. Quante contraddiz­ioni. Quanta libertà andiamo ancora cercando. Quante guerre, ancora, sul corpo delle donne. Perché quel che dice Saint Laurent, in fondo, è che l’importante è che il corpo di una donna sia solo suo. Che voglia spogliarsi, che voglia coprirsi; che voglia sedurre, giocare, mostrare la parte più bella che ha, la sua testa.

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L’abito da sera in chiffon trasparent­e con piume di struzzo della collezione A/I 1968-69 di Yves Saint Laurent, che segnò la nascita del nude look.

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