v per vendetta,
Porta la musica nell’arte contemporanea, NICO VASCELLARI. Da giugno al Maxxi di Roma, che gli amplificatori riempiono di suoni, come in un rito liberatorio.
V Per Vendetta Dopo la Whitworth Art Gallery, il Palais de Tokyo e l’Estorick Collection, anche il Maxxi di Roma celebra il talento multidisciplinare di Nico Vascellari, carismatico artista quarantunenne che attinge spesso ai territori musicali hardcore da cui proviene. La mostra, intitolata “Revenge and Descent” (8 giugno - 2 settembre), è curata da Bartolomeo Pietromarchi. Cosa vedremo a Roma? Tutto parte dalla decisione del curatore di riallestire “Revenge”, opera che è nella collezione del museo e con la quale vinsi il Premio per la Giovane arte italiana alla 52a Biennale di Venezia. Ci saranno anche lavori inediti e una nuova performance corale che avrà luogo in uno spazio del Maxxi mai aperto al pubblico. “Revenge” è una scultura ambientale che serve anche da set per un rito collettivo liberatorio a base di suoni estremi. Arte e musica si intersecano spesso nel tuo lavoro. Dipende dalle tue esperienze di musicista? In realtà non mi sono mai definito tale. Ciò che facevo nel mondo sotterraneo della musica era piuttosto una sorta di attivismo politico. A un certo punto l’arte mi sembrò non solo una forma d’espressione più completa ma soprattutto una possibilità concreta di poter mantenere un’autonomia intellettuale, spirituale e poetica. Nella mia pratica artistica la natura misteriosa ed elusiva dei movimenti sotterranei viene sempre preservata con rispetto. La tua compagna Delfina Delettrez ha da poco dato alla luce due gemelli. Che padre sei? Ricordo un’intervista in cui Dario Argento raccontava che per rendere la paura reale non diceva mai agli attori cosa sarebbe successo. Come padre credo sia la stessa cosa: so più o meno dove andare, ma non so cosa accadrà. •