van cleef & arpels, max mara,
Grace di Monaco amava indossarla mixando i coralli con la malachite e i lapislazzuli; Françoise Hardy abbinava il sautoir al girocollo; Romy Schneider la scelse per il film “Le mouton enragé”: tutti frammenti della storia di Alhambra, una delle più emblematiche collezioni di Van Cleef & Arpels. Il quadrifoglio stilizzato, motivo molto caro alla maison, e la pietra colorata che cambia grana e tonalità per interpretare l’esprit du temps sono gli elementi semplici ed eleganti che negli anni l’hanno resa talismano di armoniosa fortuna. Il primo sautoir Alhambra creato da Van Cleef & Arpels vede la luce nel 1968: venti fiori in oro increspato delicatamente bordati da piccole boule. Il successo è immediato, grazie anche alla capacità di adattarsi ai diversi momenti della giornata e al look. Oggi, cinquant’anni dopo, una collezione celebrativa ne mette in luce la vocazione atemporale. Le sfumature della madreperla grigia e lo scintillio dei diamanti si combinano con i toni caldi dell’oro rosa nelle catene “Vintage Alhambra” e nei pendenti “Magic Alhambra”. Lo stesso motivo del quadrifoglio alternato, ma questa volta declinato nell’oro bianco, impreziosisce anche il sautoir e il bracciale lavorato con l’onice del Brasile, il cui nero profondo si staglia lucido come uno specchio tra i ricami del metallo. Ancora, i quattro iconici petali prendono le sembianze del lapislazzulo e del cristallo di rocca su due pezzi di rara bellezza, omaggio alla varietà di pietre porte-bonheur che hanno ornato la collezione nel corso della sua storia. Ispirandosi idealmente alle parole di Jacques Arpels, che amava ripetere: «Per essere fortunato devi credere nella fortuna». •