kitten heels, valentino garavani, a cura di Gaia Fraschini,
Da diverso tempo Audi percorre la strada della sostenibilità ambientale spingendo verso l’obiettivo delle emissioni zero. Per esempio, con lo sviluppo dell’elettrificazione offre soluzioni innovative per ridisegnare il presente e il futuro della mobilità, nel rispetto dei parametri di massima sicurezza delle autovetture. In questo senso, la nuova Audi A7 Sportback è il secondo modello Audi, dopo la A8, a essere totalmente elettrificato grazie alla tecnologia sostenibile mild hybrid a 48 volt che riduce le emissioni inquinanti e i consumi (fino a 0,7 l di carburante ogni cento chilometri): dimostrazione, ancora una volta, dell’impegno della casa dei quattro anelli per la costruzione di un futuro sempre più rispettoso dell’ambiente, senza tuttavia rinunciare a performance elevate e a un design all’avanguardia. Infatti, la Audi A7 Sportback rappresenta l'incarnazione della sportività nella sua forma migliore con il design di una coupé, l’abitabilità confortevole di una berlina, la versatilità di una wagon e il carattere accattivante di una Gran Turismo. Una sintesi perfetta per raggiungere un piacere di guida ai massimi livelli. Godendo dei vantaggi di una ibrida con un’efficienza mai vista prima d’ora.
Da qualche anno l’impegno verso la sostenibilità ambientale, approcciata in sinergia con quella sociale, etica ed economica, è uno degli obiettivi perseguiti anche del sistema moda. Importante "portavoce" di questa new wave è la stilista Stella Jean che a settembre, in occasione della MFW, annuncerà una collaborazione con un Paese africano per la produzione di una filiera di fibre, dalla piantagione alla filatura, completamente organica. «Con i Paesi in via di sviluppo nel Terzo mondo lavoro in maniera molto personale», spiega. «Questi sono Paesi che possiedono molti tesori e molte risorse, nei quali spesso andiamo con l’intenzione di "salvarli". In realtà hanno già tutto quello di cui hanno bisogno per rialzarsi, perché già parte della loro cultura è ricollegabile alle loro tradizioni. Con il mio progetto “Uno, Nessuno e 100.000 km” incontro artigiani e artisti che mi raccontano la loro storia. Insieme decidiamo come trasformarla in un prodotto, come applicare la mia visione estetica e il mio know-how italiano al loro lavoro per realizzare qualche cosa che non è più né dell’una né dell’altra cultura, ma diventa un métissage di culture, talvolta solo apparentemente opposte. Questa è la mia idea di sostenibilità: un bell’esercizio di multiculturalità affinché la moda sia un megafono per far sì che il know-how autoctono non sparisca. Penso sia importante anche trovare una giusta via per una mobilità sostenibile attraverso un impegno corale e condiviso: nei Paesi che visito la mobilità è un grave handicap che incide molto sul lavoro». Dunque, si potrebbe (ri)partire anche da qui.