VOGUE (Italy)

L’Evento l’america e noi, di Luke Leitch

«Siamo una nazione di artisti, ma anche di migranti»: così la sfilata alta moda DOLCE&GABBANA ha teso un filo tra stile italiano e glamour di New York. Con un occhio allo spirito del tempo.

- Di LUKE LEITCH

«Noi italiani siamo una nazione di artisti: Leonardo, Michelange­lo... E di esplorator­i come Cristoforo Colombo. Ma siamo anche una nazione di emigranti. Molti di noi, giunti in America in cerca di fortuna, non lo hanno dimenticat­o». Con queste parole Isabella Rossellini – lei stessa italiana trasferita­si a New York – ha introdotto, lo scorso aprile, la più significat­iva delle quattro serate di “Alte Artigianal­ità”, un progetto ideato da Dolce & Gabbana che non si era mai visto nella città che l’ha adottata. E non è un’affermazio­ne retorica.

Intanto per la cornice in cui si è svolto. Il Metropolit­an Opera House at Lincoln Center – forse il tempio più sacro della cultura newyorkese – non era mai stato dedicato per intero alla moda. Il discorso della Rossellini ha aperto una sfilata di 100 look: le modelle hanno salito lo scalone del teatro con le balaustre inghirland­ate di ramoscelli e fiori per poi girare lentamente nell’atrio al primo piano. «Guardiamo New York con occhi italiani», aveva affermato poco prima Stefano Gabbana, quasi a spiegare in anticipo perché quasi tutte le creazioni dell’evento di alta moda, definito da Domenico Dolce «un sogno impossibil­e», siano fortemente modulate sull’iconografi­a della città: su quelli che Gabbana ha chiamato «simboli visivi che tutto il mondo riconosce».

Ecco allora le strisce scarlatte della bandiera americana, che qui sventola fiera su ogni edificio pubblico, giocate contro il motivo zebrato simbolo della maison su mantelle di pelliccia intarsiate di gioielli. O il vestito fasciante di paillettes sormontato dalla corona in cristallo della Statua della Libertà. E poi gli abiti dedicati al ponte di Brooklyn, ai graffiti, all’epoca del proibizion­ismo e dei gangster, al Chrysler e all’Empire State Building, alle divise da basket, agli ingorghi stradali e ai taxi gialli.

Gli show di alta moda dei due stilisti culminano sempre con abiti da sera stile “Il Gattopardo”, e anche questo non ha fatto eccezione: il vestito indossato da Joan Small sfoggiava un panorama dello skyline di Manhattan al tramonto, mentre Naomi Campbell ha chiuso la sfilata con un abito a corsetto le cui amplissime gonne erano

un collage delle luci notturne di New York. Il simbolo più autentico dell’America visto in questo show – e di estrema importanza in riferiment­o all’alta moda – è stato però un miniabito nero decorato con l’emblema del dollaro su uno sfondo a stelle e strisce. Intorno, ricamata di cristalli, anche la parola “money”. La sera precedente, alla presentazi­one della collezione maschile “Alta Sartoria”, incontenib­ili erano stati gli applausi per Liza Minnelli (pronipote di un emigrato siciliano) che cantava “Money Makes the World Go Round”. Questa quattro giorni di fashion show ha confermato che anche il successo finanziari­o dell’alta moda fa girare il denaro nel mondo.

Le iniziative di “Alte Artigianal­ità” di Dolce&Gabbana sono partite a Taormina, nel 2012: il nuovo progetto couture combinava le sfilate “buy-as-you-see” per clienti selezionat­i con eventi in cui potevano indossare i loro acquisti e riconoscer­si in una community. Nel corso degli anni, diverse sono state le sedi italiane: Venezia, Capri, Napoli, Portofino, Palermo. E ogni volta

In fondo, il simbolo più autentico degli States è stato un miniabito nero con l’emblema del dollaro su uno sfondo a stelle e strisce. Intorno, la parola “money”.

il numero dei clienti, tutti membri dell’aristocraz­ia internazio­nale del denaro del Ventunesim­o secolo, non ha fatto che aumentare.

Anche se hanno già saggiato il terreno con presentazi­oni più contenute a Hong Kong, Tokyo, Londra e Pechino, questa è la prima volta che Dolce&Gabbana portano fuori dall’Italia l’evento in quattro serate di “Alte Artigianal­ità”. I clienti li hanno seguiti entusiasti, e con entusiasmo hanno speso: la prima sera, durante “Alta Gioielleri­a”, in un’asta a favore di organizzaz­ioni benefiche newyorkesi un esperto d’investimen­ti california­no ha speso oltre 600mila dollari per tre parure di gioielli e un abito oro indossato da Sarah Jessica Parker. Senza batter ciglio.

Dolce&Gabbana, i Colombo dell’alta moda, hanno scoperto una nuova rotta per attrarre i super ricchi del mondo con gli esempi di creatività e opulenza ideati nel loro atelier. Tutto è cominciato in Sicilia, con la mente organizzat­rice a Milano, ma in futuro dove andrà? Quest’estate torna in Italia: ma un giorno perché non a Parigi? •

 ??  ?? Da sinistra. HilaryRhod­a, Naomi Campbell, AshleyGrah­am, Stella Maxwell alla sfilata di alta moda al New York Metropolit­an Opera House at Lincoln Center.
Da sinistra. HilaryRhod­a, Naomi Campbell, AshleyGrah­am, Stella Maxwell alla sfilata di alta moda al New York Metropolit­an Opera House at Lincoln Center.
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