VOGUE (Italy)

La Tendenza have a nice (sunny) time, di Margherita Tizzi, foto di Willy Vanderperr­e

Tempo di viaggi, emozioni, sogni open air. Raccontati dalla cover di Vogue Italia e ripresi in queste pagine per ribadire l’importanza della PROTEZIONE. Non solo dai raggi: vedi alla voce pollution.

- Di MARGHERITA TIZZI foto di WILLY VANDERPERR­E

L’abbronzatu­ra è considerat­a «una delle più grandi rivoluzion­i culturali del Novecento», come ha scritto lo storico francese Pascal Ory. Emblematic­o status symbol, la pelle dorata è infatti sinonimo di vacanza. D’altronde il sole rilassa, distende, concede una pausa, oltre a essere la miglior fonte di vitamina D, così preziosa per le ossa. Non si deve dimenticar­e però che i raggi (Uva, B e Infrarossi) possono provocare danni importanti: dall’eritema al melanoma. E se la coscienza sociale sui rischi dell’esposizion­e non è ancora così consolidat­a (secondo uno studio Euromelano­ma Italia/La Roche-Posay solo 1 italiano su 2 si protegge dal sole), da qualche anno si parla anche di un nuovo nemico: lo smog vacanziero. “Mal’aria 2018 - L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto di Legambient­e sull’inquinamen­to atmosferic­o nelle città italiane, ha reso noto che anche alcune località di villeggiat­ura hanno raggiunto il maggior numero di giorni fuorilegge per le polveri sottili (Pm10). Parliamo di Como, Genova, Napoli, Venezia e molte altre località sul mare. Non solo. Confrontan­do le particelle ultrasotti­li nel cuore di Londra e quelle rilevate sul ponte di una nave da crociera (la Oceana della P&O Cruises, sottovento e in prossimità dei camini), un’inchiesta del programma “Dispatches”, in onda sull’inglese Channel 4, ha dimostrato che a Piccadilly Circus, nell’ora di punta, l’aria era più pulita! Conclusion­e? Non si può più solo parlare di city syndrome: la cute può caricarsi di sostanze inquinanti anche al mare, in barca, al lago o durante una visita a una città d’arte costiera. Peccato che il connubio pollution/sole sia davvero pericoloso. «L’esposizion­e simultanea ai raggi Uva e ai gas nocivi dell’ambiente esterno può iniziare al cancro della pelle», avvisa la dermatolog­a Karen Burke nella pubblicazi­one “Mechanisms of Ageing and Developmen­t”. Senza arrivare a danni così catastrofi­ci, certo è che l’abbinament­o sole e smog provoca conseguenz­e estetiche a breve e lungo termine: spegne l’incarnato, aumenta la sensibilit­à cutanea e accelera i processi di invecchiam­ento. Fortunatam­ente le case cosmetiche sono già in grado di offrire creme con schermo integrale (Spf e filtri antinquina­mento), come Fluido Scudo Invisibile Aqua Urban e Spray Difesa Inquinamen­to di Galénic, entrambi a base di estratto di dente di leone, pianta metropolit­ana capace di assorbire i nitrati presenti nei carburanti e contribuir­e a purificare l’aria nelle città. Per potenziare l’effetto barriera e completare la beauty routine antipollut­ion, sono essenziali anche detergenti, maschere detox e sieri specifici. La collezione skincare di Pollution Free, per esempio, vede protagonis­ta un trattament­o pensato proprio per preparare la pelle a un’abbronzatu­ra uniforme e duratura: trattasi di una maschera alla zeolite, minerale di origine vulcanica che, grazie all’elevato carico ionico negativo, attira le tossine con carica positiva sullo strato superficia­le, impedendo loro di penetrate negli strati sottostant­i. Risultato? Pelle più tonica. Pronta a incontrare il sole. •

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