oro, tarme e voluttà,
Con ingredienti ricercati come il manzo Kobe, il tartufo bianco e la farina d’insetti, e un’estetica che richiama moda e arte, il GELATO scopre il gusto del lusso.
Qualche anno fa a Londra arrivò il gelato di latte materno, ma ora ci si concentra su quello artigianale, come al Chin Chin Labs di Camden Town, con pesca, blue cheese e noci. A Tokyo spopolano i gusti chicken wings, fiori di ciliegio e fagioli di soia fermentati, mentre in Brasile è di tendenza godersi un cono di açaí, cupuaçú e tapioca. La moda dell’ingrediente “strano” sembra sublimare nella voglia di gelato “lussuoso”, da quando il francese Philippe Faur ha stupito il mondo nei primi anni Duemila con i gusti al foie gras e caviale. Anche l’Italia fa la sua parte con Stefano Guizzetti, il giovane boss della gelateria Ciacco Gelato Senz’altro di Parma e Milano: il suo gelato utilizza frutta e verdura di prima qualità, spezie, cacao, farine, latte e uova, alimenti autentici la cui storia è legata a un territorio o a una cultura ben precisa. Nel laboratorio in via Spadari a Milano ha creato per esempio un gelato sperimentale al grano arso e alla farina d’insetti: il primo, in passato cereale povero, è ora assai raro e prezioso, mentre la farina di tarma, oggi ingrediente pregiato, in futuro sarà cibo alla portata di tutti. Ha giocato poi col cacao Criollo Porcelana di Domori, in abbinamento al Gin Gadir fatto con i capperi di Pantelleria, con l’Aqua Angels dei ghiacciai islandesi, il tartufo bianco essiccato Tartuflanghe e lo champagne della maison Taittinger, arrivando pure al gusto di filetto di manzo Kobe della Griglia di Varrone a Milano. Al di là dell’oceano, invece, si trova il Thai-rolled ice cream, il gelato/involtino venduto a New York: quello del 10 Below Ice Cream nel Queens, per esempio, è da provare. Perché ogni cultura ha la sua idea di lusso. E di gelato. •