io sono valentina,
Si ritorna a dire che il matrimonio è solo quello tra uomo e donna, a immagine di Dio? Eccomi allora: io sono una donna. E lo sono stata sempre. Anche se la mia carta d’identità lo certifica da poco e ci son voluti sette mesi di corpo a corpo con la giustizia brasiliana per veder scritto ciò che è sempre stato reale: me stessa, Valentina Sampaio!
Che crede nella famiglia (ho sei fratelli e due genitori molto uniti). Che sogna di sposarsi. Che desidera figli. Ecco cosa vuole per sé “la modella transgender apparsa sulla copertina di Vogue Paris”. Una formula ridondante, non trovate? Come l’“attrice di colore”, o la “modella caucasica”. Categorie che alimentano il preconcetto invece d’insegnare a tutti a rispettarsi per come ci si sente dentro, e non per come si appare fuori. Perché le essenze degli esseri umani sono infinite, proprio come quelle del frutto del caju che cresce nel villaggio di Prainha dove sono nata e diventata grande, libera e rispettata da tutti. È paradossale: ma le mie difficoltà sono iniziate proprio quando sono diventata famosa e ho dovuto affrontare il veleno sputatomi in faccia da persone che m’hanno fatto sentire sbagliata, mi hanno fatto piangere tanto e ferita nel profondo, in Brasile come in Europa. Non avevo mai pensato, nel mio villaggio di pescatori, che il mondo potesse essere così crudele. L’ho scoperto fuori, dove invece credevo di poter trovare apertura e comprensione. Ma è servito: mi sono trovata sola, mi sono riconosciuta ancor di più, e ne sono uscita fortificata. Ho lottato, certo. E ancor oggi combatto: non solo per me, ma per tutti gli altri e le altre.
Resta la curiosità sul percorso di transizione da uomo a donna, lo sento. Una cosa morbosa con cui si deve fare i conti sempre. Ed è per questo che ribadirlo è importante: la transizione chirurgica, così come la terapia ormonale, sono solo strumenti che aiutano le persone transgender a trovare pace nella propria pelle. Un percorso questo che si attua per ciascuno secondo modalità e tempi diversi, durante il quale è fondamentale non subire pressioni, come altrettanto importante è non esercitarle, anche se in buona fede. In questa fase storica in cui si discute di differenze e di diritti, di famiglie tradizionali o arcobaleno, dove chi è transessuale manifesta il proprio stato sempre più precocemente (essere trans non è una scelta, ma una condizione…), chiedo che la questione della transizione sia dibattuta sempre di più, affinché cessi di essere “mito” e nessuno compia passi affrettati per disinformazione o per adempiere ad aspettative sociali. E lo dico anche a chi è aperto e tollerante: stia attento a non spingere verso scelte ideologiche, di cui qualcuno un giorno potrebbe pentirsi. Sogno un futuro in cui queste tematiche siano sedimentate e accettate da tutti. Sogno un mondo in cui tutti cerchino la verità unicamente nei sentimenti, che sono la materia viva della nostra identità. Voglio per me solo l’essenza delle cose. E la voglio subito: l’anima di Valentina ha molta fretta... •