Benvenuti nei mini mondi. Artisti e artigiani della pazienza creano per un pubblico sempre più vasto di collezionisti riproduzioni in miniatura di antichi palazzi e ville anni 50. O danno forma a sogni sospesi in sfere di vetro.
Non chiamatele case di bambola. La creazione di mondi in miniatura coinvolge sempre più artisti e collezionisti, tanto che il “New York Times” ha coniato per loro il termine “Miniacs”: maniaci della miniatura. Universi paralleli, vie di fuga da una realtà impazzita, le creazioni mini di ultima generazione hanno una nota tutta contemporanea, che le distanzia parecchio dalle classiche case per boccolute bambine vittoriane. La minuziosità di certe opere si può quantificare, per fare un esempio, nelle 13mila tegole che il virtuoso britannico Gabriel Eden James ha tagliato a una a una per la sua “marvellous mansion”, di cui ha curato l’invecchiamento delle pietre e dipinto a mano ogni dettaglio. «Molti hanno un proprio mondo di sogno in cui amano rifugiarsi e in cui trovare la felicità, queste intricate miniature permettono di ricrearlo nella vita reale». Andrew van der Westhuyzen, designer, regista e fondatore del collettivo australiano Collider, ha creato nel 2010, per la label dance Ministry of Sound, le “Chillout Sessions”, progetto che racchiude musica, fotografia e un inconfondibile sapore Mid-Century Modern, con architetture un po’ Richard Neutra e un po’ Frank Lloyd Wright, piscine, personaggi e paesaggi congelati come in un frame in 3D. L’americano Thomas Doyle crea in microscala – 1:43 o meno – dettagliati, inquietanti universi racchiusi spesso in cupole o sfere di vetro. Scene inspiegabili (o fol- lemente quotidiane?), come ricordi o sogni che si concretizzano, sospesi in bolle trasparenti. «La scala radicalmente ridotta di questi lavori evoca sentimenti di onnipotenza», dice l’artista, «così come la sensazione viscerale di reminiscenze spontanee». Intanto il collezionismo è quantomai vivace, e su YouTube spopolano i video dedicati, fino alle ricette eseguite tutte in scala rigorosamente ridotta su fornelli lillipuziani. •