A definition di Emanuele Farneti ( pagina 35)
C’è niente di più banale oggi che parlare di eleganza? C’è niente di più sorprendente oggi che parlare di eleganza?
Parola resa desueta dal trionfo dello streetwear, dall’estetica dei social network e più in generale dallo Zeitgeist sovranista e populista, l’eleganza (dal latino eligere, scegliere) torna a fare capolino nella conversazione moda – e va detto che la moda, spesso e non a torto accusata di frivolezza e distacco dalla realtà, nei suoi momenti miglior i sa intuire i cambi di marea.
Nel ripensamento del tailoring, negli sviluppi della haute couture un dato è in effetti interessante: non si vede un ritorno al passato, ma un’evoluzione, a occhio e croce irreversibile, del concetto stesso di eleganza maschile, che prende atto dei tempi nuovi e senza dare giudizi vi si adatta. Laicamente, perché come scrive in queste pagine Sarah Mower «per arrivare a una definizione moderna dell’eleganza occorre lasciare da partes ialo snobismo che l’ idea di ricchezza ».
Di una possibile ridefinizione di eleganza ragionano quindi in questo numero alcune delle più prestigiose firme internazionali, e stilisti e operatori del settore che hanno sfidato lo status quo alla ricerca di idee nuove; la fotografano scrittori ed editors, soffermandosi anche sull’eleganza di un oggetto, odi un gesto, o sul suo esatto contrario.
Soprattutto, ne danno una rappresentazione i fotografi e gli stylist che hanno realizzato le copertine e i servizi di questo numero. Molto diversi tra di loro, hanno però condiviso una scelta: quella di mettere in discussione l’idea tradizionale di eleganza maschile, e in assoluto di mascolinità, lasciando che venga sfidata dal bisogno sempre più urgente e ineludibile di diversità e inclusività. Ci sono i ragazzi “fashion-forward” di Sundsbø e Bolliger, ispirati dallo stile di David Bowie; gli “street kids” messicani che piangono la morte di un amico in America, visti dall’occhio di Hadlee Pearch e Nazario; il mix di culture ed etnie diverse secondo Wetherell e Karlsson; adolescenti di strada che giocano con la moda, nell’interpretazione di Kean e Kareh; la bella e coraggiosa faccia di una ragazza che è diventata un ragazzo transgender, ritratto da Schorr e Spencer; la star del rap più in auge del momento,Travis Scott, immortalata da Sandwall e Philouze. Non si tratta semplicemente di immagini che colpiscono la fantasia, ma anche specchi della società e dei tempi in cui viviamo, come solo certe fotografie di moda riescono a essere.