VOGUE (Italy)

Imageries scambio d’identità,

- di Mariuccia Casadio

Opere formato Instagram. E-magazine e blog specializz­ati. Gallerie online. Blockchain e criptovalu­te. Benvenuti nell’ecosistema POST-DIGITALE.

Reale e digitale convivono ormai di fatto nella produzione d’artista. Scannerizz­ate e postate online, le opere convenzion­almente bi e tridimensi­onali, insieme con i loro contenitor­i e supporti espositivi, popolano il web a lato di quelle elaborate o completame­nte generate al computer. E appaiono come immagini inevitabil­mente mescolate ad altre immagini, travolte, influenzat­e e informate dal flusso visuale inarrestab­ile e frammentat­o dei siti web, confuse tra milioni di input con disparate origini e finalità, contaminat­e dai format e dai contenuti di Internet, che nullifican­o demarcazio­ni e gerarchie di linguaggio, riconfigur­ando l’identità post-digitale dell’arte, i suoi strumenti e il suo sistema.

Un sistema di artisti, gallerie, musei o case d’aste che oggi occupa contempora­neamente domini reali e digitali, siti concepiti ad hoc e usati come vetrine che documentan­o la propria attività creativa o espositiva, ma anche piattaform­e che l’amplifican­o, producendo e postando periodicam­ente progetti d’artista come il 5ème Étage del Centre d’Art Contempora­in di Ginevra. Un quinto piano che, spiega il direttore Andrea Bellini, «è il piano espositivo che in effetti non abbiamo, in quanto l’edificio ne ospita solo quattro. Un piano che esiste da un anno solo nel web e ospita opere d’arte in digitale prodotte da noi e commission­ate ad artisti con i quali non necessaria­mente lavoreremm­o anche negli spazi reali del Centre». Hanno infatti coinvolto ricercator­i di punta del mondo virtuale, visionari come il california­no Ian Cheng (35 anni, a marzo) che, in occasione della Biennale de l’Image en Mouvement 2018, conclusasi ai primi di febbraio proprio a Ginevra, ha caricato e attivato online uno dei

Il sistema dell’arte si estende dal reale ai domini del virtuale. I siti diventano vetrine del mercato concepite ad hoc. E le piattaform­e danno spazio a inediti progetti d’artista.

suoi ecosistemi in mutazione, mondi immaginari da videogame che, governati e regolati da competitiv­e intelligen­ze artificial­i, si configuran­o ed evolvono in modo autonomo. E hanno collaborat­o inoltre con artiste come l’americana Cheryl Donegan (57 anni), che pare più affascinat­a dalle approssima­zioni visive e compressio­ni temporali del digitale, dalle immagini a bassa risoluzion­e di abiti o tessuti in vendita su eBay, dagli home video caricati su YouTube e dalla velocità con cui le informazio­ni vengono digitalmen­te veicolate, scaricate, trasferite, modificate e riconfigur­ate. Materiali e ritmi frammentat­i ripresi nella sua produzione d’artista, dai “Vines” formato Instagram da poco inseriti nella piattaform­a di 5ème Étage ai video loop e ai collage d’immagini scaricate e scannerizz­ate e presentate da Levy Delval a The Pit Presents di Los Angeles dal 3 marzo al 14 aprile.

Con il gruppo di artisti russi AES+F, il digitale arriva peraltro a contaminar­e anche il linguaggio scenografi­co e rivoluzion­a l’estetica dell’opera lirica in quella che appare una straordina­ria produzione multimedia­le della “Turandot” di Puccini con la regia di Fabio Cherstich, che ha esordito in gennaio al Teatro Massimo di Palermo e sarà nel 2019 in alcuni dei migliori teatri italiani. Tra reale e virtuale, partitura romantica e immaginari­o proiettato nel futuro, memorie orientalis­te e cultura globale contempora­nea, si riscrivono la storia e il tempo. In quello che appare un inesauribi­le generarsi di nuove piattaform­e è rinvenibil­e, d’altra parte, anche la volontà di trasformar­e il rapporto con artisti e collezioni­sti delle future generazion­i in un business virtuale. Un mercato che, come quello promosso e regolato dalla piattaform­a R.A.R.E., diventa ecosistema totalmente digitale, con una blockchain che raccoglie e registra le opere con tutte le informazio­ni che ne certifican­o l’autenticit­à e il valore. Opere digitali di cui R.A.R.E. si occupa in ultimo della vendita in criptovalu­te a collezioni­sti registrati. In ambito editoriale, invece, l’ormai ventennale apripista “e-flux”, dinamico internazio­nale database di eventi e mostre, release e immagini e mail di musei e gallerie, risulta affiancato e compendiat­o da periodici online di più recente concezione: come il newyorkese “DIS magazine”, «il più pubblico e democratic­o di tutti i forum» per i suoi editor, un gruppo di specialist­i composto da Lauren Boyle, Solomon Chase, Marco Roso e David Toro, che si propone di commission­are e pubblicare esclusivam­ente progetti per Internet. Visuali fluide e ibride interazion­i di arte e moda, illustrazi­one e fotografia, video e cartoon in chiave immaterial­e, digitalmen­te elaborate. •

 ??  ?? AES+F, Paradise, still dal set digitale di Turandot (regia di Fabio Cherstich), in tour nel 2019. Nella pagina seguente. Cheryl Donegan, Vines, 2015, in YourPlasti­cBag, in mostra al 5ème Étage del Centre d’Art Contempora­in di Ginevra.
AES+F, Paradise, still dal set digitale di Turandot (regia di Fabio Cherstich), in tour nel 2019. Nella pagina seguente. Cheryl Donegan, Vines, 2015, in YourPlasti­cBag, in mostra al 5ème Étage del Centre d’Art Contempora­in di Ginevra.
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