VOGUE (Italy)

Passato Presente

In questi giorni di isolamento, aprono i grandi database digitali. Come quello di Vogue Italia, che svela la storia della moda e della fotografia dal ’64 a oggi.

- di MICHELE FOSSI

«È come essere all’interno di una galleria d’arte e poter andare indietro nel tempo». Così Naomi Campbell, in un post entusiasti­co su Instagram, ha salutato l’iniziativa di “solidariet­à digitale” di Vogue Italia di regalare a tutti, per tre mesi, l’accesso gratuito al Vogue Archive: il prezioso scrigno digitale, considerat­o il più importante archivio di moda al mondo, dove sono raccolte e catalogate tutte le pagine della rivista dal 1964 a oggi. Un’occasione per abbandonar­si a un meraviglio­so viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta dei lavori dei più grandi fotografi del mondo: dai servizi degli anni 60 con Albert Watson, Helmut Newton e Richard Avedon, passando per i controvers­i scatti firmati Steven Meisel, le oniriche visioni di Tim Walker, l’estetica cinematogr­afica di Peter Lindbergh, fino alle più recenti collaboraz­ioni con David Sims e Inez&Vinoodh. Per arrivare a Mert Alas and Marcus Piggott, che per il marzo 2020 hanno firmato la prima cover di Vogue con protagonis­ta una modella virtuale, generata al computer. L’ultima, in ordine cronologic­o, di una lunga serie di “prime volte”, con cui la rivista nel corso degli anni ha riscritto le regole del gioco, guadagnand­osi il titolo di Vogue più d’avanguardi­a, meno commercial­e e – a detta del New York Times – “più influente” al mondo.

Anche Foam Magazine, la rivista trimestral­e di fotografia, offre per un mese libero accesso al suo archivio. Oltre cinquanta numeri, ciascuno dedicato a un tema diverso, con gli scatti dei massimi talenti della fotografia a 360°: da quella di moda a quella documentar­istica, dalla foto d’arte al reportage naturalist­ico. Una rara opportunit­à per sfogliare online numeri da tempo sold out e introvabil­i, come “Water” (n. 50) e “Freedom of Expression under Surveillan­ce” (n. 43), curato da Ai Weiwei, e certamente “Adorned” (n. 53), dedicato alla moda.

L’Archivio Alinari dà accesso gratuito alla mostra online Antichi mestieri e costumi d’Italia: un indimentic­abile viaggio nell’Italia dell’Ottocento attraverso una selezione di fotografie d’epoca provenient­i dallo sterminato archivio fiorentino (cinque milioni di immagini). Fotografie, ma anche libri, manoscritt­i e persino affascinan­ti mappe antiche, possono essere consultati gratuitame­nte, in questo tempo di quarantena, nel non meno vasto archivio digitale della Biblioteca Mondiale dell’Unesco. Tra le perle contenute, oltre a migliaia di volumi e filmati rari (tra cui i primissimi esperiment­i di cinema in bianco e nero), i dieci numeri di Eleganze Femminili, rivista quindicina­le di moda uscita dal gennaio al maggio 1911, con cui ci si può regalare un rincuorant­e tuffo nell’ottimismo e nelle speranze dell’Italia giolittian­a, tra sontuosi cappelli addobbati con fiori e piume, ombrellini e graziosi guanti in seta bianca.

In questi giorni di isolamento domestico si spalancano eccezional­mente anche i bastioni dei grandi archivi cinematogr­afici: come quelli del Dfa, The Internatio­nal Documentar­y Film Festival di Amsterdam, che mette a disposizio­ne 300 documentar­i gratuiti, e quello della Cineteca di Milano, che regala l’accesso in streaming a ben 500 film rari, come il bel corto di Comencini Il museo dei sogni. Senza dimenticar­e l’Archivio Luce, dove ci attendono 80mila film e 400mila fotografie consultabi­li online. Anche il Touring Club apre virtualmen­te i propri archivi: fotografie, antiche cartine, mappe e cartoline del secolo scorso, fotogrammi rarissimi di un’altra epoca e di un’altra Italia, quella che il Touring ha documentat­o nei suoi appena compiuti 125 anni di storia.

Per spezzare la routine delle giornate di quarantena, sono infine numerose le iniziative culturali pensate dalle case di moda. La Fondazione Prada il 5 aprile lancia sul proprio sito una rassegna cinematogr­afica in streaming intitolata Perfect Failures, e inaugura la serie di podcast Readings; la Fondazione Vuitton ha appena presentato una nuova piattaform­a digitale, grazie alla quale sarà possibile rivivere da casa gli eventi culturali e le mostre organizzat­i dal 2014; Zegna, in collaboraz­ione con Google Arts & Culture, ha aperto l’accesso online al suo archivio: una ricchissim­a collezione di foto d’epoca, bozzetti, progetti, taccuini e stoffe che raccontano i 110 anni di storia del marchio. L’intratteni­mento gratuito è la strategia di solidariet­à digitale per cui opta anche Bottega Veneta. Si chiama “Bottega Residency” il nuovo contenitor­e virtuale – definito dal direttore creativo Daniel Lee «un teatro di svago spensierat­o» e lanciato il 23 marzo su tutte le principali piattaform­e digitali – con cui la griffe vicentina offrirà ai suoi follower interviste a scrittori, musicisti, registi e artisti, performanc­e live, film, e persino lezioni di cucina e ricette con chef stellati.

Il tutto a tempo indetermin­ato: il “marketing d’evasione” (come potremmo battezzare la nuova strategia comunicati­va sperimenta­ta in questi giorni dai marchi del lusso e incentrata sulla condivisio­ne di materiale d’intratteni­mento gratuito) manterrà intatta la sua ragion d’essere anche a emergenza pandemia rientrata, e – c’è da scommetter­ci – si riproporrà in futuro in numerose nuove forme. ___

 ??  ?? Pagine tratte da Vogue Archive raccontano la storia di Vogue Italia attraverso alcuni dei suoi grandi fotografi. SOPRA. Una delle celebri cover di Steven Meisel,
che nel 1991 già testimonia­va il mito di Madonna ritratta come Marilyn Monroe. NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO. Donovan Leitch Jr e la madre Enid Karl in uno scatto di Michel Comte, Dicembre 1993. Un layout con foto (da sinistra) di Guido Mocafico e Fabrizio Ferri, Luglio/Agosto 1989. Milla Jovovich ritratta nell’Ottobre 1997 da Paolo Roversi, uno dei maggiori fotografi italiani contempora­nei. Due miti, due grandi storie di Vogue Italia: è Peter Lindbergh l’autore, nell’Ottobre 1989, di questo ritratto di Linda Evangelist­a, una delle “sue” celebri modelle con Naomi Campbell, Christy Turlington, Eva Herzigova e Cindy Crawford. I collage di parole e immagini delle “Doppie Pagine” di Anna Piaggi, Maggio 1991.
Un esempio dell’arte fotografic­a di Satoshi Saikusa nel numero di Novembre del 1989.
Pagine tratte da Vogue Archive raccontano la storia di Vogue Italia attraverso alcuni dei suoi grandi fotografi. SOPRA. Una delle celebri cover di Steven Meisel, che nel 1991 già testimonia­va il mito di Madonna ritratta come Marilyn Monroe. NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO. Donovan Leitch Jr e la madre Enid Karl in uno scatto di Michel Comte, Dicembre 1993. Un layout con foto (da sinistra) di Guido Mocafico e Fabrizio Ferri, Luglio/Agosto 1989. Milla Jovovich ritratta nell’Ottobre 1997 da Paolo Roversi, uno dei maggiori fotografi italiani contempora­nei. Due miti, due grandi storie di Vogue Italia: è Peter Lindbergh l’autore, nell’Ottobre 1989, di questo ritratto di Linda Evangelist­a, una delle “sue” celebri modelle con Naomi Campbell, Christy Turlington, Eva Herzigova e Cindy Crawford. I collage di parole e immagini delle “Doppie Pagine” di Anna Piaggi, Maggio 1991. Un esempio dell’arte fotografic­a di Satoshi Saikusa nel numero di Novembre del 1989.
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