Senza Sogni Mai
La distanza sociale Pierpaolo Piccioli l’ha trasformata in momento per cercare ispirazione, vivere in famiglia, ritrovare il senso dello stare insieme.
Sto trascorrendo queste giornate di isolamento nella mia casa a Nettuno, insieme alla mia famiglia e approfitto della distanza sociale per riflettere e rivedere un po’ tutto, dai valori profondi al modo con cui questi possono poi essere trasmessi attraverso il mio lavoro. Ho la fortuna di essere impegnato, in questo periodo, nella progettazione delle prossime tre collezioni: è una fase in cui conta soprattutto la concentrazione e l’immaginazione, per cui è relativamente facile portarla avanti anche da casa. In questo senso, il cambio improvviso di routine può dare un aiuto, perché ho più tempo per disegnare, leggere, documentarmi e andare alla ricerca di fonti di ispirazione senza uno scopo immediato. Questo tempo in più mette in una condizione mentale più libera. Siamo tutti costretti a restare chiusi in casa, ma possiamo e dobbiamo sognare.
Mi manca ovviamente l’interazione con il mio team. Ho bisogno del contatto fisico con le persone con cui progetto e lavoro e sto facendo di tutto per mantenerlo vivo con lunghissime videochiamate, messaggi su WhatsApp e la libertà di scambiarci pensieri attraverso ogni mezzo digitale a qualsiasi ora. Restare connessi con il mondo esterno, con il mio Paese è diventata una necessità fondamentale e vedo che influisce direttamente anche sui miei gusti. Non mi è mai successo, per esempio, di ascoltare esclusivamente musica italiana come sto facendo in questi giorni.
Credo che sia il bisogno di manifestare un semplice sentimento patriottico a far sì che ci si ritrovi: mia moglie Simona, i figli e io nel giardino di casa a cantare e ballare con in sottofondo canzoni italiane; in comunione ideale con i balconi e i tanti appuntamenti che tengono unito il Paese.
Se provo a guardare in avanti, sono fiducioso che la grave crisi del coronavirus possa provocare anche cambiamenti positivi nella mia professione. La moda dovrà trovare il modo per andare avanti e lo affermo con tutta la responsabilità che sento in questo momento per un’azienda. Voglio che le collezioni che usciranno non riflettano, ma sappiano reagire a questa fase: con leggerezza, poesia e con più sogno di prima. Credo che tutti avremo bisogno di sognare. È il messaggio contenuto nel mio mantra, che non ho mai cambiato. È un neon appeso in ufficio, riporta l’ultima frase di una poesia di Pasolini tratta dalle Lettere Luterane: «Non vogliamo essere subito già così senza sogni».
Questa crisi sanitaria ha dimostrato che ciò di cui abbiamo davvero bisogno è veramente poco, se poco si possono chiamare gli affetti e le persone e gli abbracci. Allora vorrei che in un futuro vicino la moda sappia riflettere e amplificare proprio questa emozione, il senso ritrovato dello stare insieme. ______________