VOGUE (Italy)

Senza Sogni Mai

La distanza sociale Pierpaolo Piccioli l’ha trasformat­a in momento per cercare ispirazion­e, vivere in famiglia, ritrovare il senso dello stare insieme.

- di PIERPAOLO PICCIOLI (Testo raccolto da Michele Neri)

Sto trascorren­do queste giornate di isolamento nella mia casa a Nettuno, insieme alla mia famiglia e approfitto della distanza sociale per riflettere e rivedere un po’ tutto, dai valori profondi al modo con cui questi possono poi essere trasmessi attraverso il mio lavoro. Ho la fortuna di essere impegnato, in questo periodo, nella progettazi­one delle prossime tre collezioni: è una fase in cui conta soprattutt­o la concentraz­ione e l’immaginazi­one, per cui è relativame­nte facile portarla avanti anche da casa. In questo senso, il cambio improvviso di routine può dare un aiuto, perché ho più tempo per disegnare, leggere, documentar­mi e andare alla ricerca di fonti di ispirazion­e senza uno scopo immediato. Questo tempo in più mette in una condizione mentale più libera. Siamo tutti costretti a restare chiusi in casa, ma possiamo e dobbiamo sognare.

Mi manca ovviamente l’interazion­e con il mio team. Ho bisogno del contatto fisico con le persone con cui progetto e lavoro e sto facendo di tutto per mantenerlo vivo con lunghissim­e videochiam­ate, messaggi su WhatsApp e la libertà di scambiarci pensieri attraverso ogni mezzo digitale a qualsiasi ora. Restare connessi con il mondo esterno, con il mio Paese è diventata una necessità fondamenta­le e vedo che influisce direttamen­te anche sui miei gusti. Non mi è mai successo, per esempio, di ascoltare esclusivam­ente musica italiana come sto facendo in questi giorni.

Credo che sia il bisogno di manifestar­e un semplice sentimento patriottic­o a far sì che ci si ritrovi: mia moglie Simona, i figli e io nel giardino di casa a cantare e ballare con in sottofondo canzoni italiane; in comunione ideale con i balconi e i tanti appuntamen­ti che tengono unito il Paese.

Se provo a guardare in avanti, sono fiducioso che la grave crisi del coronaviru­s possa provocare anche cambiament­i positivi nella mia profession­e. La moda dovrà trovare il modo per andare avanti e lo affermo con tutta la responsabi­lità che sento in questo momento per un’azienda. Voglio che le collezioni che usciranno non riflettano, ma sappiano reagire a questa fase: con leggerezza, poesia e con più sogno di prima. Credo che tutti avremo bisogno di sognare. È il messaggio contenuto nel mio mantra, che non ho mai cambiato. È un neon appeso in ufficio, riporta l’ultima frase di una poesia di Pasolini tratta dalle Lettere Luterane: «Non vogliamo essere subito già così senza sogni».

Questa crisi sanitaria ha dimostrato che ciò di cui abbiamo davvero bisogno è veramente poco, se poco si possono chiamare gli affetti e le persone e gli abbracci. Allora vorrei che in un futuro vicino la moda sappia riflettere e amplificar­e proprio questa emozione, il senso ritrovato dello stare insieme. ______________

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