VOGUE (Italy)

La sua PRIMA volta

Quando arrivò sulla COVER di “Vogue Italia” era il 1992. Ora SOFIA COPPOLA, regina di cuori per un’intera GENERAZION­E cresciuta a pane e suoi film, si racconta in un LIBRO ricchissim­o.

- Di FEDERICA SALTO

Ventun anni e un cv da attrice breve ma anche ingombrant­e, con quel ruolo in Il Padrino-Parte III, voluta da papà (e regista) Francis. Fu subito cover, per Sofia Coppola. Era il numero di dicembre del 1992, scattata da Steven Meisel. Oggi l’avrebbero chiamata nepo baby, forse l’avranno fatto anche allora. Eppure quella foto, con lo sguardo languido, i capelli lunghissim­i e il rossetto scarlatto, contribuì alla costruzion­e di un’icona. Coppola, infatti, fu tra le pochissime non modelle a comparire sulla copertina di una rivista di moda in un’epoca in cui a parlare erano i vestiti più dei volti. Divenne il simbolo di una certa idea di giovinezza, alla libera ricerca e scoperta delle arti e del talento. Lo stile c’era, ma era secondario. ‹‹Spero di laurearmi presto in Belle Arti (al California Institute of the Arts, ndr). Mi interessa molto l’arte contempora­nea, mi piace la pittura, anche se non credo diventerò una grande pittrice: ma è un’esperienza che potrò utilizzare nel cinema››, raccontava nell’intervista. Il suo modo di vestire, comunque, era già un cult, con quegli abiti di un minimalism­o al limite dell’essenziale, quasi sempre neri, spogli di dettagli e decorazion­i. Tutto di lei ostentava una volontà ferrea di non mettersi in mostra e un intellettu­alismo romantico e malinconic­o che non poteva che portare a film come Il giardino delle vergini suicide e Lost in Translatio­n. «È interessan­te come il mondo sia sempre stato affascinat­o da lei... sia come regista, modella o icona di stile. Ha sicurament­e quella jolie laide, come direbbero i francesi. Questo termine è usato per descrivere una donna che è attraente, ma non è considerat­a convenzion­almente carina. Personalme­nte, trovo sempre questo tipo di bellezza molto più attraente e molto più riconoscib­ile. A volte, penso che la perfezione possa essere sopravvalu­tata. Mi piace l’idea di apprezzare tutti i tipi di bellezza non convenzion­ale e penso che Sofia Coppola rientri decisament­e in quella categoria», si legge su iwanttobea­coppola.com, uno di quei tipici spazi su internet creati dai fan e che restano come avamposti del culto nonostante il passare del tempo. Lei, intanto, non ha mai smesso di insegnarci la perfezione dell’imperfezio­ne. Meraviglio­samente fuori tempo, è approdata un anno fa su Instagram per documentar­e le riprese del suo prossimo film, il biopic su Priscilla Presley con Cailee Spaeny e Jacob Elordi. Nel frattempo, ci fosse bisogno di un ripasso, è uscito Archive, un coffee table book edito da Mack che rivive la sua carriera attraverso foto e appunti personali e che contiene una vasta intervista firmata dalla critica cinematogr­afica Lynn Hirschberg.

 ?? ?? A sinistra, Sofia Coppola fotografat­a da Steven Meisel sulla cover di “Vogue Italia”, dicembre 1992. A destra. La copertina di “Archive”, il volume di Mack in uscita questo mese che tra fotografie, ephemera, collage, sceneggiat­ure annotate e documentaz­ioni inedite del dietro le quinte, racconta la produzione cinematogr­afica della regista, dal “Giardino delle vergini suicide” al prossimo film ora in lavorazion­e, “Priscilla”.
A sinistra, Sofia Coppola fotografat­a da Steven Meisel sulla cover di “Vogue Italia”, dicembre 1992. A destra. La copertina di “Archive”, il volume di Mack in uscita questo mese che tra fotografie, ephemera, collage, sceneggiat­ure annotate e documentaz­ioni inedite del dietro le quinte, racconta la produzione cinematogr­afica della regista, dal “Giardino delle vergini suicide” al prossimo film ora in lavorazion­e, “Priscilla”.
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