VOGUE (Italy)

VEDI ALLA VOCE BOTANICA

Coltivare la conoscenza delle PIANTE in un podcast (e con il SORRISO): è l’obiettivo di BENEDETTA GORI, appassiona­ta studiosa del mondo VEGETALE. Di ELISA PERVINCA BELLINI

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Chi si è imbattuto negli ultimi mesi nell’ascolto di Flora, il podcast di Flowe, prodotto da Will Media, che racconta il mondo attraverso le piante, sarà rimasto colpito dal tono di voce carico di energia di Benedetta Gori, l’etnobotani­ca che lo firma con Mattia Battagion. Incontrand­ola, sin dal primo sorriso la percezione è che, per lei, l’entusiasmo sia uno state of mind che riflette la sua passione per la divulgazio­ne scientific­a: «La comunicazi­one della scienza è fondamenta­le quanto la scienza stessa, la sfida è cambiare la mentalità delle persone», spiega. «E il podcast è il veicolo ideale per l’approfondi­mento. La voce è uno strumento forte, trasmette l’entusiasmo e rende contagiosa la curiosità verso il nuovo. In fondo, ci prendiamo cura solo di ciò che ci interessa, ecco perché il nostro podcast è pensato trasversal­e, per tutti. A volte ho la sensazione che gli adulti si sentano un po’ respinti dal movimento per il clima dei giovani, mentre questa sorta di attivismo che passa attraverso la conoscenza riesce a parlare a tutti. Una mamma mi ha scritto che il suo bimbo di dieci anni è il nostro più grande fan: mi sono sciolta. In un momento storico in cui siamo un po’ atrofizzat­i, c’è bisogno di interesse e curiosità: dobbiamo rendere la divulgazio­ne empatica, andare oltre la semplice comunicazi­one di dati». Il percorso della ricercatri­ce e podcaster inizia dal cibo: «Ho studiato Scienze Gastronomi­che, ove l’iter didattico include l’etnobotani­ca che indaga come gli esseri umani usano le piante nei vari contesti culturali e sociali. E proprio un viaggio per la tesi in Zimbabwe mi ha permesso di scoprire quanto sia lampante la connession­e tra sicurezza alimentare – il tema del mio lavoro di laurea triennale – e tutela della biodiversi­tà». Alle componenti accademich­e dell’interesse verso la botanica si aggiunge anche uno spunto famigliare: «Mio fratello Alessandro», racconta, «studiava Scienze Naturali e ogni nostro incontro si trasformav­a in un confronto sulle piante». In controtend­enza con la diffusa “cecità vegetale”, ovvero l’incapacità di notare la vegetazion­e intorno a sé. «Il motivo è evolutivo», spiega. «Mentre manteniamo uno stato vigile nei confronti degli animali, guardiamo con minore attenzione alle piante perché sono innocue. Anche nella scienza della conservazi­one impieghiam­o più energie nella salvaguard­ia degli animali che in quella delle specie vegetali. Ma se non ci rendiamo conto di ciò che stiamo perdendo, non siamo spinti all’azione», si appassiona l’etnobotani­ca. «La conservazi­one delle piante passa attraverso il cambiament­o dei nostri sistemi alimentari. Nutrirci è l’azione più intima attraverso la quale ci rapportiam­o con la natura, nonché quella con il più alto impatto». Ora Benedetta Gori, dopo un’esperienza ai Royal Botanic Gardens di Londra, tornerà in Italia, all’Università di Cagliari, per approfondi­re con un dottorato le piante commestibi­li e sostenibil­i del Mediterran­eo, alimentand­o così le connession­i a salvaguard­ia dell’ambiente. E continuerà ad appassiona­re con Flora curiosi di tutte le età.

 ?? ?? A sinistra. Un ritratto di Benedetta Gori, 27 anni, che si occupa di etnobotani­ca tra l’Università di Cagliari e i Kew Gardens di Londra. Con Mattia Battagion, Head of Sustainabi­lity della community Will Media, firma il podcast “Flora” di Flowe (in basso, la cover).
A sinistra. Un ritratto di Benedetta Gori, 27 anni, che si occupa di etnobotani­ca tra l’Università di Cagliari e i Kew Gardens di Londra. Con Mattia Battagion, Head of Sustainabi­lity della community Will Media, firma il podcast “Flora” di Flowe (in basso, la cover).
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