VOGUE (Italy)

Una su Mille

All’anagrafe ELISA PUCCI, ha scelto un nome d’arte che la “MOLTIPLICA”. Perché lei è un WORK IN PROGRESS, molte dive del passato, l’EMANCIPAZI­ONE femminile di oggi. Di PAOLO ARMELLI

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Per rintraccia­re gli esordi di Mille, cantante dai capelli rosso passione e dall’estetica sbarazzina, basta viaggiare nel tempo su YouTube fino allo Zecchino d’oro del 1992: «Mi sono iscritta falsifican­do la firma di mio padre», racconta lei confidando il primo episodio di un’intraprend­enza che la caratteriz­za ancora oggi. Dopo quel Lucciolett­a dove sei, capelli lisci e occhioni spalancati, Elisa Pucci – il suo vero nome – dai 18 anni fonda diverse band, fino ai Moseek con cui arriva in finale a X Factor nel 2015. A un certo punto («era il 23 dicembre 2017, sono maniaca delle date»), Elisa diventa Mille e da solista abbandona l’inglese: «La curiosità di scrivere in italiano c’è sempre stata, ma non trovavo mai il coraggio, voleva dire essere sincera fino in fondo». I suoi brani, come Sì, signorina e Giovane distratta, in effetti trasudano onestà e coraggio: «Parlo di emancipazi­one, relazioni, sesso, quello che vedo nelle donne come me. Lo faccio con ironia, perché sono stata arrabbiata per tanto tempo, ma ora non mi va più: a volte il sarcasmo funziona meglio».

Mille fa sempre di testa sua, spesso è anche direttrice artistica e fotografa dei suoi progetti. D’altronde lo stile è parte integrante del suo percorso: «Una mia musa è Iris Apfel, mi sento come lei, circondata da miriadi di oggetti. Poi sono devota a Vivienne Westwood». Ma la vera icona è la madre: «Me la rivedo coi capelli lunghissim­i, rosso rame, abiti vivaci, truccata come Mina. Anche se oggi ci ha tradito per farsi bionda». Il suo personalis­simo pantheon è ricco di dive rétro: «Sono cresciuta con Patty Pravo, Nada, Rita Pavone, Caterina Caselli». E ovviamente Raffaella Carrà, alla quale ha dedicato una cover di Ballo ballo: «Era la cosa più bella che abbia mai visto, nei modi, nella risata, nei gesti».

Mille porta gli infiniti ricci rossi raccolti in fasce e foulard, indossa jeans a vita alta e gonnelloni, crop top di tricot o blazer imponenti: «Amo il vintage», ammette, ma la sua è una rielaboraz­ione sempre volta al futuro. Come la sua musica, in cui orchestraz­ioni e vocalizzi d’antan si sposano all’indie-pop di oggi: «Mi sto costruendo mattoncino dopo mattoncino, come se fosse una storia d’amore, che sboccia all’improvviso. E al contrario di Orfeo ed Euridice non guardo mai indietro». Le regole le stanno strette, perché ha il cuore nella musica e la testa radicata nella realtà: «Sono sempre stata determinat­a, come quando fingevo di essere la mia manager per procurarmi le date dei concerti». Oggi passa dal Festival di Sannolo a Milano al Primo Maggio a Roma, fino al progetto Up Next di Apple Music. Nei suoi occhi brilla sempre una luce di grinta e consapevol­ezza: «Mi dicono che sono matta a cercare una carriera discografi­ca, ma proprio perché lo sono faccio sempre quello che mi va».

 ?? ?? Cantautric­e, ex solista dei Moseek, Mille ama il vintage ed è devota all’estetica di Vivienne Westwood e di Iris Apfel.
Cantautric­e, ex solista dei Moseek, Mille ama il vintage ed è devota all’estetica di Vivienne Westwood e di Iris Apfel.

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