Tornare a vivere
Dopo la diagnosi di melanoma è importante continuare a prendersi cura di sé. La storia di Monica e Paola insegna che la bellezza può essere più forte del dolore
Il fattore tempo e le terapie sono fondamentali nella cura del melanoma. Ma quando una persona si ammala ha bisogno di curare anche l’anima. Per questo, il rapporto con il medico richiede un dialogo profondo, e attraverso la bellezza si può diventare più forti della paura e del dolore, per guardarsi ancora allo specchio con amore. Quello specchio che è anche uno strumento di prevenzione perché ci ricorda di non trascurare eventuali anomalie che compaiono sul corpo. «Sapere quali sono i nei da non sottovalutare consente di controllarsi tra una visita dermatologica e l’altra», spiega la dottoressa Paola Queirolo, direttrice del dipartimento di Oncologia Medica del Melanoma, Sarcoma e Tumori Rari dello IEO di Milano. «Il melanoma è un tumore della pelle causato dalla scorretta esposizione al sole già a partire dall’età infantile o da fattori genetici. I fototipi chiari sono i più a rischio di ammalarsi perché la loro pelle è incapace di abbronzarsi. Inoltre, è un tumore che colpisce soprattutto i giovani». Aveva 29 anni Monica Forchetta quando ha scoperto di avere un melanoma al IV stadio. Oggi ha 40 anni, è Presidente APaIM, Associazione Pazienti Italia Melanoma e il suo rapporto con lo specchio ha rappresentato l’amore per se stessa perso e ritrovato. «I farmaci avevano trasformato il mio corpo. Col tempo però si torna a risplendere, arriva quel momento in cui puoi riprenderti la tua vita e la tua pelle, e torni a riconoscerti. Ricominci a sentirti bella, in tutti i modo in cui puoi esserlo». Paola e Monica insieme diffondono conoscenza e speranza.