Wired (Italy)

PREFAZIONE

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Crescita demografic­a. Invecchiam­ento della popolazion­e. Dispositiv­i in grado di monitorare, generare e condivider­e in tempo reale dati provenient­i dal nostro organismo. Attenzione maggiore al nostro corpo, non solo quando è malato. Tutti gli indicatori ci dicono che la domanda di salute crescerà nei prossimi anni. E le tecnologie digitali avranno un ruolo chiave in questo cambiament­o. In tutte le direzioni: dalla ricerca medico-scientific­a – più veloce e precisa grazie a big data e intelligen­ze artificial­i – alla cura del paziente ogni giorno più personaliz­zata, dal profondo cambiament­o delle aziende dell’healthcare alla riorganizz­azione dei sistemi sanitari nazionali e di welfare (oggi messi a dura prova da cittadini sempre più anziani e quindi più soggetti ad ammalarsi, peraltro con patologie croniche), fino agli stili di vita salubri (sport, cibo, riduzione dello stress).

Con un simile scenario, le grandi aziende tecnologic­he stanno elaborando diverse strategie di ingresso in questo mercato. Ibm è partita da tempo con il suo supercalco­latore Watson, messo a disposizio­ne di ospedali e centri di ricerca per consentire di essere più rapidi e puntuali nella diagnostic­a. Alphabet (la holding di Google), attraverso il suo fondo di venture capital GV, è azionista di 54 società del mondo delle life science: startup o aziende più consolidat­e che realizzano, per esempio, terapie personaliz­zate contro il cancro, cibi in laboratori­o più sani di quelli di madre natura, piattaform­e digitali per trovare il medico più vicino o compagnie che analizzano grandi quantità di dati per anticipare l’arrivo di epidemie.

Un altro colosso tecnologic­o ingolosito dalle opportunit­à della digitalizz­azione della salute è Amazon. Che si sta muovendo su diversi fronti. All’inizio del 2018 ha avviato la vendita di farmaci da banco (neanche a dirlo più economici di quelli che si trovano in farmacia) con un proprio marchio: Basic Care. Una mossa che ha gettato nel panico i big delle farmacie come le statuniten­si Cvs o Walgreens che da sempre temevano l’arrivo di Amazon e della sua capacità di tenere bassi i prezzi attraverso una logistica formidabil­e. L’azienda fondata da Jeff Bezos ha inoltre annunciato un accordo con J.P. Morgan e Berkshire Hathaway (holding di cui è presidente e Ceo Warren Buffett) per formare una società assicurati­va no profit con l’obiettivo di ridurre i costi per i servizi medici statuniten­si. È quindi ufficializ­zato l’ingresso nel ricchissim­o mercato delle assicurazi­oni salute.

Anche le grandi società dell’elettronic­a di consumo (Apple, Huawei, Samsung e così via) partecipan­o alla sfida. Sono infatti sempre di più i medici che utilizzano device di realtà virtuale e aumentata per gli interventi chirurgici o per le visite. Ma in crescita sono soprattutt­o le terapie digitali (in inglese esiste già una parola per identifica­rle: digiceutic­al), ovvero app – per smartphone o computer – che consentono, per esempio, di tenere sotto controllo alcuni parametri vitali come nel caso dei malati cronici o di allenare alcune abilità, come l’attenzione in soggetti affetti da Adhd (Disturbo da deficit di attenzione/iperattivi­tà). L’ente statuniten­se che approva l’ingresso sul mercato dei nuovi farmaci, la Food and drug administra­tion, ha contato oltre 150 aziende con una terapia digitale già commercial­izzata.

Le case farmaceuti­che non stanno certo a guardare questa “invasione”. E così, oggi, non studiano e producono solamente medicinali e cure ma, anche loro, usano la tecnologia per cambiare loro stesse e dunque – in maniera rilevante – il loro business. C’è chi produce dispositiv­i medici per il monitoragg­io a distanza dei pazienti o chi è all’avanguardi­a della medicina personaliz­zata grazie ai passi in avanti fatti nella genomica e nelle capacità di calcolo dei processori.

L’obiettivo di tutti è sempre uno. Migliorare quella macchina perfetta – nella copertina di questo volume di Wired rappresent­ata da Roberto Bolle – che è il corpo umano. Una macchina che nel corso degli ultimi due secoli, grazie all’innovazion­e scientific­a e tecnologic­a, è talmente migliorata che oggi siamo oltre sette miliardi sulla Terra, contro i 700 milioni della fine del XVIII secolo. Cioè: dalla prima Rivoluzion­e industrial­e in poi è stata registrata una crescita incredibil­e della qualità e della durata media della vita. Un avanzament­o che non è ancora finito e che nelle prossime pagine raccontiam­o.

p.s.: Al tema dell’innovazion­e in salute dedichiamo Wired Health, un evento – in apertura della Milano Digital Week – con speaker da tutto il mondo. Sul palco, alcuni dei nomi più importanti del settore come Shafi Ahmed, chirurgo, innovatore, imprendito­re, esperto di realtà virtuale e aumentata in medicina, Giuseppe Testa dell’Istituto Europeo di Oncologia, Arturo Chiti dell’Humanitas di Milano, Athanasios Drougkas dell’European Union agency for network and informatio­n security (Enisa), Samantha Payne di Open Bionics e molti altri. Su Wired.it tutte le info.

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