Wired (Italy)

SCORIE TESE

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Isola di Olkiluoto, golfo di Botnia, Finlandia. È qui che sorge una delle due centrali nucleari che forniscono energia alla nazione (l’altra è a Loviisa, vicino a Helsinki). Tre reattori: il primo è attivo dal 1978, il secondo dal 1981 e il terzo, appena terminato, è in fase di test e pronto a essere connesso alla rete elettrica entro la fine dell’anno. Non c’è scelta: la Finlandia deve gestire il problema delle scorie, che per la verità funesta oltre 440 impianti attivi in tutto il mondo. Ecco perché, sempre a Olkiluoto, sta nascendo Onkalo, che in finlandese significa “luogo nascosto” o “luogo in cui nascondere le cose”, e che sarà pronto nel 2025. «Vogliamo lasciare le cose nel migliore dei modi a coloro che verranno dopo di noi», spiega Pasi Tuohimaa, responsabi­le della comunicazi­one di Tvo, la società che sovrintend­e ai reattori di Olkiluoto. Onkalo è uno dei pochissimi progetti approvati in tutto il mondo per lo stoccaggio permanente di combustibi­le nucleare esausto e ospiterà quello di entrambe le centrali del paese. Vi si accede percorrend­o un tunnel lungo 5 chilometri, che si addentra nel sottosuolo roccioso con una pendenza media del 10 per cento. A 420 metri di profondità, la prima stazione, dove oggi si svolgono tutte le operazioni di test e le simulazion­i. A 455 metri, la base vera e propria, inclusi i parcheggi. L’impresa è stata preceduta da analisi geologiche sulle formazioni rocciose, che in questa zona risalgono a 2 miliardi di anni fa, e ha prodotto migliaia di metri lineari di carotaggi, con i campioni raccolti per individuar­e le aree dove le condizioni di vita delle rocce si dimostrass­ero stabili e prevedibil­i.

Mentre si continua a lavorare per capire se le soluzioni scelte siano efficaci al cento per cento, sono già iniziati gli scavi per realizzare i tunnel di stoccaggio del materiale, alti 4,40 metri e larghi 3,50: la prima parte sarà terminata entro il 2025, la seconda entro il 2060 e la terza entro il 2100, per un totale di 70 chilometri di tunnel compresi in un’area di 2 chilometri quadrati. Al loro interno, ogni 10 metri verrà scavato un buco largo 1,80 metri e profondo 8, dentro il quale una macchina robotica inserirà la capsula di rame progettata per inglobare le scorie nucleari, a sua volta stoccate dentro a un cilindro di ghisa nodulare, che peserà complessiv­amente 24 tonnellate. Quando i tunnel saranno pieni di capsule, verranno riempiti con roccia e bentonite, un minerale argilloso di origine vulcanica, e infine “tappati” con un cuneo di cemento a basso pH armato con acciaio rinforzato, spesso 6 metri e dal diametro di 5,50. A monitorare la situazione ci pensa un sistema di un centinaio di sensori, capace di raccoglier­e dati su composizio­ne, efficacia della forma, modalità di costruzion­e e impermeabi­lizzazione dei materiali. Per tenere le scorie sepolte e inoffensiv­e per sempre.

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