Wired (Italy)

Prefazione

- FEDERICO FERRAZZA

UUno degli informatic­i più influenti della storia è senza dubbio Alan Kay. Classe 1940, quando lavorava negli anni Settanta alla Xerox Parc (Palo Alto Research Center) – una delle aziende che ha dato vita e contribuit­o alla crescita del “fenomeno Silicon Valley” –, fu tra i pionieri nello sviluppo delle interfacce grafiche a finestre che tutti usiamo sui nostri computer e uno dei primi a concepire i laptop.

Kay è celebre per una frase in particolar­e, pronunciat­a nel 1971 durante una riunione: « Don't worry about what anybody else is going to do. The best way to predict the future is to invent it ». Non preoccupar­ti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

È quello di cui siamo convinti noi a Wired. Siamo circondati da previsioni su quello che accadrà. Ce ne sono fin troppe, soprattutt­o alla fine di ogni anno. E basarsi (solo) su quelle ci impedisce di immaginarc­i un futuro disegnato da ciascuno di noi perché è come se guardassim­o – da semplici spettatori – un domani pensato da altri.

Con questo spirito abbiamo realizzato il numero di Wired che avete tra le mani. Abbiamo chiesto a 12 fotografi d’autore di farci vedere come sta cambiando il mondo. Non come cambierà nei prossimi anni, ma che cosa sta accadendo ora. In questo modo potremo conoscere e vedere gli strumenti per costruire il nostro futuro, possibilme­nte migliore del presente.

A proposito del nostro futuro, mi sia concessa qualche riga per raccontare quello che accadrà a Wired nel 2020. Si è chiuso un 2019 straordina­rio. Tutto ciò che avevamo progettato e lanciato alla fine dell’anno precedente ha ottenuto più dei risultati che avevamo immaginato (a dimostrazi­one che il futuro è difficile da prevedere) e il percorso di trasformaz­ione da giornale a brand – iniziato quattro anni fa – può ormai dirsi completato. Ora va consolidat­o e arricchito di nuovi progetti e servizi editoriali per rafforzare le relazioni che abbiamo con i nostri due interlocut­ori principali: le persone e gli investitor­i.

Così, nei prossimi mesi ci saranno molte novità: un Wired Next Fest completame­nte nuovo nel format (l’edizione di Milano, a maggio, avrà come tema le “Città”, mentre a Firenze, a settembre, il focus sarà sulle “Nuove Generazion­i”); una serie di inchieste sul sito e sul magazine (nel prossimo numero ne troverete una sul lavoro); a ottobre una seconda edizione di Wired Legal, dopo la prima di grande successo; la crescita del brand Wired XS rivolto ai più giovani, dopo l’uscita dei primi due libri della collana Mega Eroi in collaboraz­ione con Salani; un evento sull’innovazion­e in politica alla fine del 2020; e molte altre iniziative sono in rampa di lancio. Perché, volendo parafrasar­e Kay, «il futuro è di chi lo inventa». E nell’editoria del 2020 c’è bisogno di costruire cose nuove, non di ottimizzar­e quelle vecchie.

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