Prefazione
UUno degli informatici più influenti della storia è senza dubbio Alan Kay. Classe 1940, quando lavorava negli anni Settanta alla Xerox Parc (Palo Alto Research Center) – una delle aziende che ha dato vita e contribuito alla crescita del “fenomeno Silicon Valley” –, fu tra i pionieri nello sviluppo delle interfacce grafiche a finestre che tutti usiamo sui nostri computer e uno dei primi a concepire i laptop.
Kay è celebre per una frase in particolare, pronunciata nel 1971 durante una riunione: « Don't worry about what anybody else is going to do. The best way to predict the future is to invent it ». Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.
È quello di cui siamo convinti noi a Wired. Siamo circondati da previsioni su quello che accadrà. Ce ne sono fin troppe, soprattutto alla fine di ogni anno. E basarsi (solo) su quelle ci impedisce di immaginarci un futuro disegnato da ciascuno di noi perché è come se guardassimo – da semplici spettatori – un domani pensato da altri.
Con questo spirito abbiamo realizzato il numero di Wired che avete tra le mani. Abbiamo chiesto a 12 fotografi d’autore di farci vedere come sta cambiando il mondo. Non come cambierà nei prossimi anni, ma che cosa sta accadendo ora. In questo modo potremo conoscere e vedere gli strumenti per costruire il nostro futuro, possibilmente migliore del presente.
A proposito del nostro futuro, mi sia concessa qualche riga per raccontare quello che accadrà a Wired nel 2020. Si è chiuso un 2019 straordinario. Tutto ciò che avevamo progettato e lanciato alla fine dell’anno precedente ha ottenuto più dei risultati che avevamo immaginato (a dimostrazione che il futuro è difficile da prevedere) e il percorso di trasformazione da giornale a brand – iniziato quattro anni fa – può ormai dirsi completato. Ora va consolidato e arricchito di nuovi progetti e servizi editoriali per rafforzare le relazioni che abbiamo con i nostri due interlocutori principali: le persone e gli investitori.
Così, nei prossimi mesi ci saranno molte novità: un Wired Next Fest completamente nuovo nel format (l’edizione di Milano, a maggio, avrà come tema le “Città”, mentre a Firenze, a settembre, il focus sarà sulle “Nuove Generazioni”); una serie di inchieste sul sito e sul magazine (nel prossimo numero ne troverete una sul lavoro); a ottobre una seconda edizione di Wired Legal, dopo la prima di grande successo; la crescita del brand Wired XS rivolto ai più giovani, dopo l’uscita dei primi due libri della collana Mega Eroi in collaborazione con Salani; un evento sull’innovazione in politica alla fine del 2020; e molte altre iniziative sono in rampa di lancio. Perché, volendo parafrasare Kay, «il futuro è di chi lo inventa». E nell’editoria del 2020 c’è bisogno di costruire cose nuove, non di ottimizzare quelle vecchie.