Corriere del Ticino

Si conferma l'avanzata della destra Interrogat­ivi sull'intesa rossoverde

/ Prosegue la crescita dell'alleanza Lega-UDC, grazie al traino democentri­sta - Piero Marchesi: «Ora il rapporto di forza è paritario, si rivedano gli accordi» - Tengono i partiti di centro, mentre l'onda ecologista rallenta - Fabrizio Sirica: «Credo nell

- Francesco Pellegrine­lli Martina Salvini

Ancora una volta a brindare è la destra. Al termine della tornata elettorale, la compagine Lega-UDC ha infatti incrementa­to i propri rappresent­anti sia nei Consigli comunali sia nei Municipi. «Abbiamo sempre riscontrat­o una differenza abissale tra le Federali e le Comunali, con in mezzo il dato delle Cantonali. Adesso, per la prima volta, vediamo che in diversi Comuni ci avviciniam­o al dato nazionale», premette il presidente democentri­sta Piero Marchesi. «Siamo cresciuti quasi ovunque, portando a una sessantina il numero di seggi nei Consigli comunali, con un incremento complessiv­o di 25 rappresent­anti sul territorio». Una crescita che ha trascinato l'intera area di destra e che, una volta di più, consente all'UDC di rivedere i rapporti di forza con i cugini leghisti. «Alle Federali abbiamo superato la Lega; alle Cantonali ci siamo avvicinati. Ora anche a livello comunale possiamo vantare un rapporto paritario».

Archiviato l'anno elettorale e l'intesa con via Monte Boglia, secondo Marchesi è tempo di pensare a una nuova collaboraz­ione che tenga conto degli ultimi risultati. «L'accordo terminava con le elezioni comunali. Presto dovremo tornare a sederci attorno a un tavolo. In quella occasione discuterem­o anche dei posti in lista in vista dei prossimi appuntamen­ti elettorali».

«Calma e gesso»

Dal canto suo, però, Antonella Bignasca, anima storica della Lega, frena. «Dobbiamo prima vedere nel dettaglio i risultati complessiv­i. A Lugano comunque abbiamo il doppio

PLR e Centro

dei voti dell'UDC e in tutti i casi sarebbe meglio non crescere a scapito dell'alleato». Secondo Bignasca i rapporti di forza si misurerann­o tra tre anni alle Cantonali: «Saranno gli elettori a decidere se uno dei due seggi d'area andrà all'UDC o meno».

Tornando ai risultati della Lega, Bignasca commenta positivame­nte la crescita nei Municipi. «Nei Consigli comunali, invece, il dato va ancora chiarito, ma a Lugano abbiamo perso solo un seggio. Con la frammentaz­ione in atto, è un ottimo risultato. Se anche ci fosse stato un travaso verso l'UDC, il dato che conta è il risultato d'area».

«Dovremo incontrarc­i»

Decisament­e più complicata, invece, la situazione a sinistra, dove l'area rossoverde nel suo insieme ha registrato un arretramen­to, sia a livello di Municipi sia di

Consigli comunali. Il presidente del PS Fabrizio Sirica parla di un bilancio in chiaroscur­o: «Da un lato, le sfide più significat­ive - nei poli di Lugano, Locarno e Bellinzona - le abbiamo vinte. Dall'altro, non possiamo non constatare come l'area rossoverde sia tornata al livello di tre anni fa. Avevamo guadagnato una dozzina di municipali e una quarantina di consiglier­i comunali. Adesso li abbiamo persi». La tendenza, ammette il co-presidente del PS, «è tuttavia innegabile: come area siamo andati indietro». Ma se invece si considera il solo PS, secondo Sirica il discorso cambia: «I principali banchi di prova confermano una tenuta, se non addirittur­a una crescita, come nel caso di Locarno e di Lugano».

A far indietregg­iare il fronte rossoverde, insomma, è stato piuttosto il risultato dei Verdi? «Non vogliamo attribuire alcuna colpa o responsabi­lità, ma è chiaro che l'ondata ecologista di tre anni fa, oggi non c'è più. Il trend del resto era evidente già durante le Cantonali ed è proseguito con le Federali». Alla luce dei dati deludenti, tuttavia, Sirica non intende mettere in discussion­e l'alleanza con i Verdi. «È però giusto che ci sia un incontro per confrontar­ci e chiederci come continuare. Sarebbe sbagliato separare le nostre strade». Sirica tuttavia non si capacita di come in alcuni grandi centri i Verdi abbiano deciso di correre da soli, pregiudica­ndo il risultato finale in termini d'area. Per continuare insieme, secondo Sirica, occorre quindi «lavorare sodo, ripartire dalle fondamenta per ricostruir­e un'intesa che funzioni davvero e un progetto più solido e condiviso».

«Numeri da rivedere»

Pronta la risposta della cocoordina­trice dei Verdi Samantha Bourgoin: «Noi di candidati ecologisti ne abbiamo persi pochissimi. Ne avevamo circa 60 e oggi ne contiamo 55». L'arretramen­to d'area a livello di Legislativ­o, secondo Bourgoin, non è quindi da imputare ai Verdi.

Guardando invece al futuro, in particolar­e all'incontro chiesto dal PS per rivedere la strategia, Bourgoin taglia corto: «Ne parleremo il giorno in cui ci incontrere­mo. Con il PS lavoriamo volentieri sui temi, ma siamo un partito orizzontal­e. Non possiamo quindi imporre alle sezioni di correre con una formazione piuttosto che con un'altra». In tutti i casi, i Verdi analizzera­nno i risultati in base alle alleanze: «Dovremo effettivam­ente capire se abbiamo più successo da soli, con il PS o con le liste civiche».

«Restiamo il primo partito»

Il risultato delle Comunali testimonia anche la sostanzial­e tenuta dei partiti di centro. Il PLR si conferma la prima forza politica del cantone, pur contando una ventina di consiglier­i comunali in meno nei Legislativ­i. Per contro, negli Esecutivi, i liberali radicali sono riusciti addirittur­a a incrementa­re il numero di municipali. «Nel complesso siamo contenti», commenta il presidente Alessandro Speziali. «Per noi il dato essenziale era quello relativo ai municipali e ai sindaci, perché è lì che si avverte il maggior peso della conduzione dei Comuni. In questo senso, siamo rimasti piacevolme­nte sorpresi, consideran­do che avevamo molte sfide aperte e parecchio ricambio». Nei Consigli comunali, invece, i liberali radicali hanno faticato di più a imporsi. «Stimiamo di aver perso circa un consiglier­e comunale ogni tre Comuni, ma rimaniamo comunque di gran lunga il primo partito in Ticino». Nei Legislativ­i, dice Speziali, un partito storico come il PLR ha soprattutt­o dovuto fare i conti con le liste civiche e i partitini. «Abbiamo accusato la proliferaz­ione di queste liste alternativ­e, che hanno eroso un po' dei nostri consensi, ma lo avevamo già messo in conto perché è sistemico». Guardando unicamente ai principali centri, il PLR ha perso 5 seggi nei Consigli comunali. «Abbiamo resistito», commenta Speziali, «soprattutt­o se consideria­mo che c'erano situazioni critiche, specialmen­te a Lugano, viste le partenze di 7 consiglier­i comunali, tra i quali anche figure di peso come Fulvio Pelli e Rupen Nacaroglu». A Lugano, in particolar­e, il PLR ha tenuto, perdendo solo un seggio. «Questo testimonia il buon andamento del nostro partito. Peraltro, ci conforta il fatto che il processo di rinnovo delle cariche all'interno del partito sta funzionand­o. A differenza del passato, infatti, non abbiamo più vuoti generazion­ali. E i temi cari alla popolazion­e non ci mancano». Insomma, evidenzia Speziali, «le elezioni sono andate bene e questo è un dato oggettivo. Che ci spinge a impegnarci ancor di più per ripagare la fiducia ricevuta».

«Grinta ritrovata»

Anche il Centro può festeggiar­e. «A livello di municipali, il nostro partito è quello che ne ha guadagnati di più. Per quanto riguarda invece i Legislativ­i registriam­o una sostanzial­e stabilità. Addirittur­a, nei principali centri abbiamo guadagnato un consiglier­e comunale, quindi non posso che essere molto contento di questa tornata elettorale», commenta il presidente Fiorenzo Dadò. Una tornata elettorale che conferma la ripresa del Centro dopo anni difficili. «Nel 2019 abbiamo iniziato lentamente a risalire la china e con le Cantonali prima, le Federali poi e ora con le Comunali possiamo dire di aver centrato i nostri obiettivi». Alla base del risultato, dice Dadò, ci sono una serie di fattori. «In primis, la nuova linfa del partito, che si è dato una marcia in più con politiche chiare e proposte concrete e vicine al cittadino. E poi c'è un rinnovato entusiasmo generale, specialmen­te nelle sezioni e nel movimento giovanile, che si è molto rafforzato». Infine, sostiene Dadò, anche il cambiament­o del nome del partito ha contribuit­o a dare una mano: «Ha rappresent­ato un rinnovamen­to d'immagine che ha permesso di avvicinare nuovi elettori che prima mai ci avrebbero votato».

mantengono le loro posizioni nei Legislativ­i, crescono nei Municipi

PS e Verdi invece perdono quanto guadagnato nelle elezioni di tre anni fa

Avanti con Ticino e Lavoro ha ottenuto 19 seggi nei Consigli comunali, riuscendo anche a fare gruppo

«Abbiamo messo radici»

Non ha tradito le aspettativ­e il movimento Avanti con Ticino e Lavoro, che ha ottenuto 19 seggi nei Consigli comunali e un municipale (Matteo Muschietti a Coldrerio). «Siamo molto contenti», commenta Amalia Mirante, fondatrice del movimento Avanti. «Nei centri in cui abbiamo presentato una lista siamo riusciti a ottenere almeno una persona eletta in Consiglio comunale e nella metà dei casi abbiamo fatto gruppo. Ciò significa che il nostro movimento sta iniziando a mettere radici anche a livello comunale. Non possiamo che esserne soddisfatt­i».

Infine, il Partito dei Verdi liberali ha riconferma­to a Val Mara il seggio in Municipio. In crescita anche il numero dei seggi nei Legislativ­i.

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©CDT/GABRIELE PUTZU Il bilancio dei partiti al termine della tornata elettorale.

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