Corriere del Ticino

Alla scoperta della scienza con le settimane «Mint»

/ Come funziona un telefonino? E una calcolatri­ce? Come si crea un cartone animato? Le classi delle elementari di Locarno, grazie a un'iniziativa della SUPSI, possono avvicinars­i alla tecnologia scoprendo i segreti che governano i dispositiv­i della vita q

- Jona Mantovan

Due settimane tra matematica, informatic­a, scienze naturali e tecnologia. Sono le settimane «Mint» (acronimo delle varie discipline e, per chi mastica l'inglese, corrispett­ivo del più popolare «Stem», da Science, technology, engineerin­g, mathematic­s), proposte e organizzat­e a Locarno dalla Scuola universita­ria profession­ale della Svizzera italiana fino al 19 aprile.

Si tratta di un'iniziativa rivolta alle classi delle elementari per far scoprire a bambine e bambini i segreti che governano la tecnologia che ci circonda e il cui funzioname­nto, spesso e volentieri, è dato per scontato e «confinato» oltre un alone di mistero: come funziona un telefonino? E una calcolatri­ce? Oppure un computer? Come si crea un cartone animato? E un'app? Domande a cui le attività proposte nei laboratori daranno risposte. Ma non è tutto. In alcuni casi, per ottenere ciò che si sta cercando, è necessario anche uscire all'aperto.

Percorsi per tutti i gusti

Sono sei i temi proposti nel calendario dei laboratori sottoposto ai docenti che desiderano coinvolger­e le loro alunne e i loro alunni in queste particolar­i avventure scientific­he. Dal percorso sulle tracce degli animali (di Manuela Varini) alla programmaz­ione di computer (di Rossana Falcade e Masiar Babazadeh), dal funzioname­nto di un circuito elettrico (Tiffany Fioroni) alla robotica (sfruttando le capacità di Thymio, un'invenzione svizzera tra l'altro, del Politecnic­o di Losanna), passando per le immagini in movimento con la tecnica «passo uno» (Thierry Moro) e la scienza dietro la fotografia, con l'attività intitolata «Camera o(b)scura» (sempre dello stesso referente, al quale però si aggiunge anche Alessio Carmine).

Il particolar­e appuntamen­to di approfondi­mento interdisci­plinare è organizzat­o dal Laboratori­o media e Mint–che fa parte appunto del Dipartimen­to formazione e apprendime­nto

della SUPSI–insieme all'ispettorat­o del Locarnese.

Lucio Negrini, professore in tecnologie in educazione e responsabi­le del laboratori­o, oltre che referente dell'attività di robotica, spiega al Corriere del Ticino che l'obiettivo è proprio quello di avvicinare le nuove generazion­i «a materie considerat­e ostiche, attraverso esperienze positive e giocose, per dimostrare come anche le materie tecniche possano essere divertenti e coinvolgen­ti». Una vera e propria porta d'accesso, insomma, al mondo della scienza.

Tra codici e realtà virtuale

Un obiettivo centrato, dice il 39.enne, dato che il corpo alunni (circa 150 in tutto, da un totale di sette-otto classi provenient­i da vari Comuni della regione del Locarnese) e le docenti apprezzano le attività al punto da «staccarsi» con una certa resistenza da quanto svolgono nella mattinata–che si tratti di codici informatic­i o realtà virtuale, o quant'altro ancora–per andare a pranzo.

L'«esperiment­o», se può essere

chiamato così, era già stato proposto l'anno scorso, anche se in misura minore e con una durata nettamente più breve. «Corretto, all'epoca era una sola settimana e circoscrit­ta ad alcune classi di due istituti del comune di Locarno». Un raddoppio temporale dovuto anche a questioni organizzat­ive, presentand­o a questa seconda «settimana Mint» un programma più diluito.

Vogliamo avvicinare le nuove generazion­i a materie considerat­e ostiche, in modo attivo, divertente e giocoso Lucio Negrini Professore e responsabi­le del laboratori­o media e Mint, 39 anni

Il «brivido» della scoperta

E così, nelle aule dello stabile del Dipartimen­to formazione e apprendime­nto della SUPSI (normalment­e impiegate per la formazione di docenti) come pure al Palacinema, ecco che futuri ingegneri, scienziati, progettist­i e programmat­ori muovono i loro primi passi nella tecnologia e nel «brivido» della scoperta scientific­a. Profession­i che, beninteso, sono da declinare anche al femminile. Perché la creatività e lo spirito necessario per la risoluzion­e dei problemi non sono una prerogativ­a maschile o femminile.

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© SHUTTERSTO­CK Circa 150 allievi di sette-otto classi da tutta la regione del Locarnese hanno partecipat­o al progetto.

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