Corriere del Ticino

Israele ha preso la decisione: «Ci sarà una risposta all'Iran»

/ Netanyahu: «Teheran aspetterà nervosamen­te senza sapere quando potrebbe arrivare l'attacco» – Biden prende le distanze: «Occorre evitare un'escalation» – In sospeso l'offensiva di terra a Rafah

- GAZA / TEL AVIV / WASHINGTON

Dopo la pioggia di droni e missili su Israele, ieri il Governo Netanyahu ha preso la decisione circa una risposta da dare all'Iran o almeno così pare dalle dichiarazi­oni dei suoi uomini di punta: «Non c'è altra scelta se non quella di rispondere all'attacco di Teheran» ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. Il comandante dell'IDF Herzi Halevi ha confermato che «il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta». Ieri sera, è intervenut­o anche Netanyahu: «L'Iran dovrà aspettare nervosamen­te senza sapere quando potrebbe arrivare l'attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele». L'operazione verso cui si sta dirigendo Israele si scontra con l'opposizion­e USA e degli alleati. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha detto che «occorre evitare un'escalation in Medio Oriente» ricevendo il premier iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezi­oni su un possibile coordiname­nto tra Gerusalemm­e e Washington, ha ribattuto che «il Governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta». Tuttavia, sempre ieri il portavoce del dipartimen­to di Stato Matthew Miller ha ribadito che gli USA «sono al fianco di Israele e della difesa della sua sicurezza».

Le varie opzioni

Il Gabinetto di guerra israeliano – che al dossier Iran ha già

dedicato due riunioni e un'altra è in programma oggi – sta studiando «diverse opzioni». Ognuna delle quali rappresent­a «una risposta dolorosa» per gli iraniani. Il ristretto gruppo di ministri - da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz - che deve prendere la decisione sta valutando vari scenari: si va da un attacco diretto a operazioni che colpiscano gli alleati degli ayatollah, fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzion­arie. Nella prima ipotesi, nel mirino potrebbero finire addirittur­a i siti legati al nucleare iraniano il cui programma. L'Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. «L'attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdoll­ahian in un colloquio telefonico con l'omologo russo

Serghei Lavrov – mirava ad avvertire e scoraggiar­e il regime sionista. Ma se Israele intraprend­erà una nuova azione contro l'Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte».

Gli altri fronti

Intanto, l'attacco iraniano ha fatto rinviare l'operazione di terra a Rafah, anche se Israele rimane determinat­o a portare avanti l'offensiva nella città meridional­e della Striscia. Circa gli aiuti militari, John Kirby ha fatto sapere che «Il modo più veloce per aiutare Israele e Ucraina è approvare i fondi al Congresso. Sono due conflitti diversi ma entrambi i Paesi combattono per la loro sicurezza e sovranità». Kirby ha detto che la Casa Bianca è contraria al voto di un provvedime­nto separato solo per Israele.

 ?? ©REUTERS/MAJDI FATHI ?? Palestines­i sfollati percorrono la strada costiera vicino a Nuseirat, per rientrare a Gaza City.
©REUTERS/MAJDI FATHI Palestines­i sfollati percorrono la strada costiera vicino a Nuseirat, per rientrare a Gaza City.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland