Diplomi all'estero, altre contromisure
/ A seguito del recente caso che ha riguardato un istituto privato di Lugano, il cui ex direttore è finito sotto inchiesta, il Governo ha fatto sapere di aver deciso di introdurre «una misura di vigilanza supplementare»
A seguito del recente caso che ha riguardato l'istituto S. Anna di Lugano, il cui ex direttore è finito sotto inchiesta per reati finanziari, il Consiglio di Stato ha deciso di potenziare alcune misure già prese nel 2019.
A renderlo noto in questi giorni è stato lo stesso Esecutivo cantonale nel rispondere a un'interrogazione della deputata Giulia Petralli (Verdi) intitolata «Falsi voti e diplomi comprati all'Istituto S. Anna: qual è la valutazione del Consiglio di Stato?».
Concretamente, oltre alle misure già decise dal Gran Consiglio quattro anni fa, il Governo d'ora in avanti chiederà a questi istituti ulteriori informazioni in merito agli allievi e agli istituti in cui sostengono gli esami.
Dal procedimento alle domande
Lo scorso novembre l'allora direttore dell'istituto privato di Lugano è finito sotto inchiesta per reati finanziari. Il Ministero pubblico aveva confermato al CdT l'apertura di un procedimento, precisando che le ipotesi di reato a carico dell'uomo sono quelle di amministrazione infedele, truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti. Il procedimento penale era stato aperto a seguito di una segnalazione giunta dall'istituto stesso, il quale si è costituito accusatore privato.
A questo punto, a inizio gennaio, Petralli ha inoltrato una serie di domande al Governo, chiedendo anche se fosse a conoscenza di precedenti casi analoghi. Nel rispondere l'Esecutivo ha spiegato che «il caso dell'ex direttore dell'Istituto S. Anna di Lugano, così come delineato finora, non ha precedenti in Ticino». Ad ogni modo, «limitatamente a una delle accuse mosse all'ex direttore, vale a dire di aver facilitato l'ottenimento del diploma di maturità», il Governo ha ricordato che «simili pratiche avevano portato nel 2019 alla revoca dell'autorizzazione e alla chiusura del settore medio superiore dell'Istituto Fogazzaro, così come ad alcune modifiche legislative». Modifiche volute anche «per poter accordare e rispettivamente revocare le autorizzazioni statali alle scuole private, elemento centrale del controllo della qualità delle stesse e della protezione» di allievi e famiglie da «offerte inadeguate».
Le novità
La deputata ecologista chiedeva inoltre al Governo se la base legale attuale fosse sufficiente oppure da rafforzare.
Ebbene, il Governo, quale premessa, ha fatto sapere che «ritenute le modifiche introdotte nel 2019 (...) il Consiglio di Stato ritiene che la base legale esistente sia adeguata». Tuttavia, ha anche fatto sapere che «a seguito del caso dell'Istituto S. Anna (...) agli istituti privati che esercitano quale scuola media superiore che prepara allievi agli esami di Stato italiani (...) saranno d'ora in poi richieste delle informazioni aggiuntive». Quali? «Gli elenchi di allievi e allieve per ogni classe; per ogni allievo o allieva il nome dell'istituto scolastico italiano in cui sosterrà gli esami di idoneità, preliminari e di maturità; a esami conclusi, l'elenco di allievi e allieve promossi e non promossi». Una «misura di vigilanza supplementare», scrive il Governo, «che non richiede una modifica della base legale vigente» e che «va a potenziare le misure introdotte nel 2019».
Saranno richieste informazioni aggiuntive sugli allievi e sugli istituti in cui si tengono gli esami