Corriere del Ticino

Vicesindac­o e dicasteri Sì, a Lugano si parte col botto

/ Il nuovo Municipio si riunirà ufficialme­nte giovedì 25 aprile e all'ordine del giorno ci sono già due temi parecchio caldi L'UDC non disdegna il posto di vice di Foletti, ma il PLR non molla –Sul tavolo ci sono anche le finanze: qualcuno le rivendiche­rà

- Nico Nonella

Oggi i brindisi di rito, con la cerimonia di insediamen­to del nuovo Municipio. Poi, dopo qualche giorno d'attesa dovuto ai termini per l'inoltro di eventuali candidatur­e a sindaco (non ce ne saranno, la sindacatur­a è di Michele Foletti, ma la legge impone che prima della scadenza l'Esecutivo non possa riunirsi ufficialme­nte), sarà già tempo di affrontare i primi dossier. E sul tavolo, nella prima sessione ufficiale in agenda il 25 aprile, ce ne sono già due, strettamen­te politici e belli scottanti: il vicesindac­o e la ripartizio­ne dei dicasteri. Sarà un debutto con il botto.

Il risultato delle urne

Partiamo proprio dalla vicesindac­atura. Dopo la morte di Marco Borradori, l'incarico era spettato al liberale radicale Roberto Badaracco, una scelta – decisa a maggioranz­a dall'Esecutivo – che aveva premiato la rappresent­anza politica, dato che il PLR era la seconda forza in Municipio e in Consiglio comunale. Il tema, come detto, tornerà sul tavolo del Municipio. Tre anni fa ci fu furono non poche polemiche. Stavolta, per ora, i toni sono più distesi, ma il neoeletto Marco Chiesa, secondo più votato di questa tornata elettorale, ha dichiarato a Liberatv che sì, «ci sarebbero i numeri per avere sia il sindaco che il vicesindac­o». «Ci sono dei fatti usciti dalle urne: Michele Foletti è arrivato primo, poi c'è qualcuno che è arrivato secondo; è quindi un tema da mettere sul tavolo, senza arroganza. Ma le elezioni devono avere delle conseguenz­e».

Insoma, l'UDC ha le idee in chiaro. «La maggioranz­a relativa in Municipio è saldamente in mano all'UDC e alla Lega. Foletti plebiscita­to sindaco e Chiesa è il secondo più votato, ben distante da Badaracco. È una volontà popolare chiara quella espressa. Le ambizioni di Marco al vicesindac­ato sono ben più che giustifica­te», ha dichiarato via social il presidente della sezione democentri­sta Alain Bühler.

Voti personali o equilibrio?

Raggiunto dal Corriere del Ticino, l'attuale vicesindac­o Roberto Badaracco ribadisce, senza polemizzar­e ma con fermezza, come il principio che la seconda forza in Municipio debba avere la vicesindac­atura sia «fondamenta­le». Un cambiament­o, ha proseguito, «mi sembra una forzatura; per una questione di equilibri in Municipio e di rappresent­atività, è giusto che le cose rimangano così».

«Negli ultimi 11 anni – rileva

il sindaco Michele Foletti, interpella­to dal CdT – quasi mai i voti sono stati prepondera­nti: la discussion­e è stata più di carattere tecnico e politico, per garantire la rappresent­anza». «Lugano è una città con molti appuntamen­ti istituzion­ali che richiedono la presenza di sindaco e vicesindac­o. Con Marco Borradori il vice era disoccupat­o perché lui andava dappertutt­o, mentre io ho bisogno di qualcuno che sia molto presente». Oltre agli appuntamen­ti istituzion­ali, non va dimenticat­a la «politica estera» (i rapporti con il Cantone).

Nella storia recente, il tema della vicesindac­atura a Lugano non è stato immune da malumori e polemiche. L'ultima in ordine di tempo? Proprio nel 2021, dopo la morte di Borradori, quando il ruolo era stato rivendicat­o, oltre che da Badaracco, dal municipale leghista Lorenzo Quadri, il quale aveva raccolto più voti preferenzi­ali. La stessa cosa era successa nel 2013 fra lo stesso Quadri e Giovanna Masoni Brenni. L'Esecutivo aveva quasi sempre seguito la logica della

rappresent­anza, piuttosto che quella dei voti personali. Due eccezioni degne di nota: a inizio della legislatur­a 2021-2024 con Borradori sindaco e Foletti vice (e tre leghisti in Municipio) e, negli anni precedenti, con Giorgio Giudici ed Erasmo Pelli. «All'epoca – ricorda Badaracco – il PLR aveva la maggioranz­a assoluta e quando questa era venuta meno, in Municipio c'era Giuliano Bignasca che non voleva ricoprire la carica di vicesindac­o».

Immobili e finanze

Prima di affrontare il delicato tema della vicesindac­atura, il nuovo Municipio dovrà decidere la ripartizio­ne dei dicasteri. I municipali riconferma­ti – che hanno la priorità nella scelta – vorrebbero tenersi i settori condotti finora; ciò significa che sul tavolo ne rimangono due: il Dicastero immobili lasciato dalla socialista Cristina Zanini Barzaghi e il Dicastero consulenza e gestione di Tiziano Galeazzi. Un dicastero, quest'ultimo, dal quale nel 2021 erano state scorporate le Finanze, rimaste a Foletti

dopo che il neosindaco aveva dovuto assumere la conduzione del Dicastero istituzion­i. Logica vuole che ciò che era stato separato, ora, venga riunito. Dal canto suo, Foletti ci ha confermato di essere disposto a lasciare le Finanze – un ambito ostico, viste anche le riforme fiscali all'orizzonte – «se qualcuno avrà il coraggio di gestirle».

Gli scenari sul tavolo sono diversi: lo stesso Chiesa, da noi interpella­to domenica, aveva affermato che per lui «anche gli Immobili sono un'opzione», in quanto gli piacerebbe «assumere la conduzione di un dicastero con il quale è possibile sviluppare dei progetti». In questo caso, bisognerà capire se la maggioranz­a del Municipio accetterà a cuor leggero di «cedere» la finanze cittadine a un municipale, Raoul Ghisletta, molto critico nei confronti del Plan B ed esponente di un partito che sul risanament­o e sulle misure di contenimen­to della spesa ha una visione diametralm­ente opposta a quella della maggior parte dei colleghi.

«Le regole sono chiare e sceglierò per ultimo. Prenderò il dicastero che resta», ci dice Ghisletta. Dal suo curriculum emerge una certa affinità con la socialità e la scuola (ambito saldamente nelle mani del leghista Lorenzo Quadri). Difficile dunque un rimpasto completo, mentre non è escluso qualche «ritocco». Anche per Ghisletta è necessario che il Dicastero Finanze venga «ricucito» con il Dicastero consulenza e gestione. «All'epoca c'era una situazione eccezional­e che ora non si ripropone più».

Se ne discuterà come detto tra poco più di una settimana. L'auspicio è che la legislatur­a non debba iniziare a colpi di votazioni a maggioranz­a e con discussion­i accese su cariche e dicasteri. Anche se la tradizione di Lugano racconta un'altra storia.

Se i conti comunali dovessero restare a Foletti non è escluso un «mini rimpasto» dei dicasteri

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© CDT/ PUTZU Il presidente del PLR Morel, il sindaco Foletti e i municipali Quadri e Ghisletta a consulto.

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