Corriere del Ticino

Ad Ascona si va al secondo turno

/ Il Centro mette Checchi contro il PLR Gilardi, che potrebbe vedersela anche con la collega Ris

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Il Centro di Ascona parte all'attacco per conquistar­e la poltrona del sindaco. E lo fa puntando sul nome dell'uscente Maurizio Checchi (attuale vicesindac­o e rieletto con 1.321 voti) contro il nuovo «ad interim», Giorgio Gilardi del PLR (che da «outsider» ne aveva raccolti 1.459). Una sorpresa messa sul piatto dalla sezione, che non esita a definirlo «il futuro sindaco di tutti e l'unico in grado di riportare unione in Municipio». La decisione è stata presa durante la riunione della «direttiva» nella serata di lunedì.

Ma, sempre ad Ascona, c'è pure la sfida «interna» al PLR. Con appena 46 voti di scarto dal collega di partito Giorgio Gilardi, Michela Ris sta seriamente pensando di provare a diventare la prima sindaca della storia del comune locarnese. «Dobbiamo ancora discuterne all'interno del partito, la decisione ufficiale la comunicher­emo solo in tarda serata o anche mercoledì», ha detto al Corriere del Ticino.

Il ritorno in Gran Consiglio?

Facendo due conti, se il neosindaco di Locarno- il collega di partito Nicola Pini - dovesse decidere di abbandonar­e la poltrona da granconsig­liere, sarebbe proprio Ris a subentrare. In quel caso, però, la sua preferenza andrebbe comunque ad Ascona e rinuncereb­be. I giochi sono tutti ancora aperti. Intanto, Giorgio Gilardi reagisce alla mossa del Centro: «Sono sereno, visti i risultati portati a casa tra Municipio e Consiglio comunale», ha dichiarato al telefono. Il tema è nell'ordine del giorno della riunione prevista per oggi. «Per il momento prendiamo atto, una risposta ufficiale seguirà».

Gli altri scenari

I possibili «toto sindaco» per un secondo turno su Gordola e Minusio non sono ancora confermati. Come scritto nell'edizione di martedì, sembra che gli animi siano più distesi rispetto a tre anni fa e, salvo sorprese, la tensione potrebbe dissolvers­i.

Ancora incognite su Gordola e Minusio, anche se pare ci sia meno conflittua­lità rispetto a tre anni fa

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