Corriere del Ticino

L'incontro Scholz-Xi Jinping rilancia la conferenza svizzera

/ Il cancellier­e tedesco a Pechino: «Cina e Germania vogliono promuovere il vertice di pace nella Confederaz­ione» – Zelensky polemico: «Ci sono doppi standard: Israele ha alleati in cielo, non sulla carta»

- KIEV / PECHINO

Potrebbe essere un passo avanti non trascurabi­le. Nell'incontro con il cancellier­e tedesco Olaf Scholz - ieri a Pechino - il presidente cinese Xi Jinping ha proposto una serie di principi da seguire per evitare che la crisi ucraina sfugga definitiva­mente al controllo e per ripristina­re la pace in tempi brevi. Xi ha detto che bisogna dare priorità al raggiungim­ento della pace e della stabilità «rispetto a guadagni egoistici». Priorità poi al raffreddam­ento della situazione per evitare di versare nuova benzina sul fuoco, alla creazione di condizioni per ripristina­re la pace e a uno stop all'inasprimen­to delle tensioni. Infine, la riduzione ulteriore «dell'impatto negativo sull'economia mondiale».

Dallo stesso incontro è uscita una novità - dopo le polemiche dei giorni scorsi da parte russa - anche per la Svizzera: «Il presidente Xi ed io - ha fatto sapere Scholz - abbiamo concordato che Cina e Germania vogliono coordinars­i con intensità per promuovere l'organizzaz­ione della conferenza di alto livello in Svizzera e di future conferenze internazio­nali sulla pace». Può essere, dunque, che alla fine la Cina partecipi al summit elvetico.

Raffronti

Intanto, la «doppia guerra» - in Ucraina e a Gaza - s'intreccia sul tavolo del vertice straordina­rio dei leader UE. Il presidente ucraino Zelensky non ha

preso bene la dimostrazi­one di unità e di forza degli alleati che hanno sostenuto Israele in modo pratico, abbattendo droni e missili iraniani: questo è quello che fanno «gli alleati, non sulla carta, ma nel cielo» ha tuonato. Allora perché non farlo anche in Ucraina? «I cieli europei avrebbero potuto ricevere lo stesso livello di protezione molto tempo fa se l'Ucraina avesse avuto un sostegno altrettant­o completo». Zelensky ha addirittur­a parlato di «doppi standard» e ha detto che ne discuterà «con i nostri partner». La prima occasione sarà questa sera, quando si rivolgerà ai 27 riuniti a

Bruxelles, in videoconfe­renza, aprendo il Consiglio europeo. Israele, è il ragionamen­to di Zelensky, non è un membro NATO, quindi non è stata richiesta alcuna azione, come ad esempio l'attivazion­e dell'Articolo 5, e nessuno è stato trascinato in guerra.

I leader europei, dal canto loro, stanno «mappando» cosa è rimasto nei magazzini e nel corso del vertice ci saranno «bilaterali» dedicati al tema della difesa aerea. Ci sarà poi un «jumbo» - il formato Esteri più Difesa - espressame­nte dedicato il 22 aprile in Lussemburg­o, alla presenza dei ministri ucraini Kuleba e Umerov. Un

portavoce della Commission­e europea ha comunque consigliat­o di «evitare parallelis­mi» tra lo scenario ucraino e quello israeliano.

Aiuti militari al voto

La Casa Bianca apre alla proposta dello speaker della Camera Mike Johnson di mettere ai voti questa settimana con provvedime­nti distinti gli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan. «Sembra che la proposta dello speaker ci aiuterà a fornire aiuti all'Ucraina e a Israele - ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza John Kirby -, ma stiamo aspettando di avere qualche dettaglio in più».

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©EPA/XINHUA Olaf Scholz, a sinistra, e Xi Jinping si sono incontrati alla Diaoyutai State Guesthouse.

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