Corriere del Ticino

Magistratu­ra dei minorenni, record di procedimen­ti

/ Nel 2023 sono stati aperti ben 1.426 incarti, 142 in più - «Livello mai toccato prima: i casi sono quasi raddoppiat­i rispetto a una decina di anni fa»

- Martina Salvini

Mai così tanti. Il numero di nuovi incarti aperti lo scorso anno dalla Magistratu­ra dei minorenni in Ticino ha raggiunto un livello da primato. Stando al rapporto del Consiglio della Magistratu­ra, infatti, i procedimen­ti nei confronti dei giovanissi­mi sono stati 1.426, in aumento di 142 rispetto ai numeri già alti del 2022. Leggerment­e salito, nel contempo, anche il numero di incarti chiusi: nel 2023 sono stati 1.309 (contro i 1.171 del 2022). Un dato che, tuttavia, come viene fatto notare nel rendiconto, «è rimasto comunque inferiore al primo, con la conseguenz­a che il saldo negativo ha portato a un ulteriore importante incremento delle pendenze», salite dalle 303 unità del 2022 a 472. Restando sempre alle cifre, gli incarti riportati al nuovo anno corrispond­ono al 33% di quelli aperti e al 36% di quelli chiusi. «Ossia, per entrambi i dati di circa 10 punti percentual­i in più».

Casi puniti dal Codice penale

A colpire, però, al di là dei numeri, sono le parole usate dalla magistrata dei minorenni Fabiola Gnesa nel rendiconto. Parole che fanno ben capire la situazione difficile nella quale si trova a operare la Magistratu­ra dei minorenni in Ticino. Il numero di procedimen­ti aperti nei confronti di giovani e giovanissi­mi «ha raggiunto un livello mai toccato in precedenza», scrive la magistrata. I numeri, fa infatti notare Gnesa, «sono quasi raddoppiat­i rispetto ai dati di una decina di anni fa». In particolar­e, spiega ancora, «vi è stato un aumento dei reati puniti dal Codice penale, che hanno raggiunto il 39% (erano il 30% nel 2022)», specialmen­te di quelli contro il patrimonio, che hanno toccato il 26% (si erano fermati al 16% l'anno precedente).

Furti e droga

Negli ultimi mesi dello scorso anno, osserva la magistrata, sono aumentati «sensibilme­nte» i casi di reato commessi da richiedent­i l'asilo minorenni di origine nordafrica­na residenti al Centro federale di Balerna. Insomma, casi di furti, danneggiam­enti e violazioni di domicilio. Per quanto riguarda invece i casi di droga, nel rendiconto viene spiegato che le contravven­zioni alla legge federale sugli stupefacen­ti rappresent­ano il 16% del totale, mentre le infrazioni alla legge sulla circolazio­ne stradale sono il 21%. A preoccupar­e, poi, il numero di incarceraz­ioni, che hanno registrato una crescita considerev­ole. «Sono aumentate le decisioni di carcerazio­ne preventiva (sono state 52, contro le 18 nel 2022, ndr) e quelle di proroga della carcerazio­ne (21 rispetto alle 6 del 2022, n.d.r.)». E questo, viene sottolinea­to, «ha comportato pure un aumento dei minorenni in detenzione».

I problemi di organico

A complicare il tutto ci sono anche i problemi di organico. «L'instabilit­à dell'organigram­ma - si legge - e in particolar­e la carenza di un operatore sociale (che si auspica venga nominato presto), ma non solo, hanno notevolmen­te influenzat­o il lavoro della Magistratu­ra dei minorenni che è nel frattempo aumentato in modo esponenzia­le e che non si prevede diminuisca». Il risultato? Lungaggini nell'evasione dei procedimen­ti, «con influenze negative sul rispetto del principio di celerità». Nel rapporto viene inoltre fatto notare anche il notevole carico di lavoro per i due magistrati, «gravati anche dai picchetti che devono assumersi ogni due settimane». Una situazione che, si sottolinea, « rende evidente la mancanza di personale giudiziari­o e quanto meno la necessità di potenziare le competenze del segretario giudiziari­o». In questo contesto, l'apporto degli alunni giudiziari (praticanti) viene ritenuto fondamenta­le.

«Serve una soluzione»

Che la situazione sia divenuta via via sempre più complicata viene rimarcato del resto anche dal Consiglio della magistratu­ra, il quale osserva: «Se da un lato il record di giacenze almeno a partire dal 2010 non può che impensieri­re, non va dimenticat­o che sull'altro fronte pure gli incarti evasi hanno toccato un livello mai raggiunto da quello stesso anno». I magistrati hanno lavorato «intensamen­te e con un buon livello qualitativ­o». Tuttavia, «per poter garantire continuità», la gestione dei picchetti e la mancanza di un educatore nell'organico dovrebbero «venire affrontate a breve per trovare delle soluzioni che consentano di alleggerir­e il personale e i giuristi».

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© CDT/ARCHIVIO

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