Corriere del Ticino

Rapporti tesi in Tribunale

/ Sono almeno due le segnalazio­ni inviate, dall'interno dei corridoi di via Pretorio, al Consiglio della Magistratu­ra – La prima riguardere­bbe il presidente Mauro Ermani – La seconda, firmata dallo stesso giudice, da Pagnamenta e Villa, chiama in causa i

- Stefano Lippmann

«Pur lavorando i cinque giudici sostanzial­mente in maniera autonoma, è indispensa­bile che all'interno del Tribunale regni un atteggiame­nto di collaboraz­ione e rispetto reciproco». La frase appena citata è contenuta nel Rendiconto del Consiglio della Magistratu­ra del 2023, pubblicato negli scorsi giorni. Un commento dell'organo di vigilanza che fa riferiment­o, espressame­nte, al Tribunale penale cantonale e lascia intuire che i rapporti interni non siano completame­nte sereni. Nello stesso paragrafo, qualche riga prima di quelle appena citate, emerge però un'altra indicazion­e – per certi versi – opposta. Si evidenzia infatti che «la situazione del Tribunale, al di là del peggiorame­nto dei dati statistici, non desta preoccupaz­ione, disponendo la struttura di mezzi a sufficienz­a per continuare a lavorare senza accumulo di ritardi». Si potrebbe quindi dedurre che i risultati del lavoro svolto vengano considerat­i più che soddisface­nti ma che, allo stesso tempo, i rapporti tra gli attori (leggasi i giudici) non siano altrettant­o positivi.

Che cosa sta succedendo?

Ma, allora, cosa sta succendend­o nei corridoi di via Pretorio a Lugano? Stando a nostre informazio­ni, verificate, al Consiglio della Magistratu­ra sarebbero giunte almeno due segnalazio­ni. La prima, secondo quanto abbiamo potuto appurare, riguardere­bbe il presidente Mauro Ermani. La seconda invece, inoltrata dopo la prima, metterebbe al centro delle attenzioni i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchett­i. I mittenti?

Stando a quanto abbiamo potuto verificare si tratterebb­e del presidente Mauro Ermani e dei colleghi Amos Pagnamenta e Marco Villa. Insomma, si tratterebb­e di questioni interne. «Non posso né confermare né smentire» commenta, da noi interpella­to nella giornata di ieri, il presidente del Tribunale Penale Cantonale. Questo in virtù del fatto che – aggiunge Mauro Ermani – «abbiamo dei doveri di discrezion­e». Il giudice Siro Quadri, dal canto suo, ci conferma che «le autorità si stanno occupando di una questione. Sono sereno», chiosa.

Bocche cucite, al momento, per quanto concerne il contenuto dei documenti. Risulta evidente, però, che la seconda segnalazio­ne sia stata fatta dai 3 membri più anziani – da più tempo attivi all'interno del Tribunale – nei confronti dei colleghi nominati più di recente. Resta da comprender­equanto le due segnalazio­ni siano direttamen­te collegate: in sostanza se la seconda sia una «reazione» alla prima. Questo lascerebbe presagire, appunto, che i rapporti non siano idilliaci.

Le cifre di attività

Gettando uno sguardo all'attività del Tribunale penale cantonale, dal rapporto del Consiglio della Magistratu­ra emerge come il 2023 sia stato un anno impegnativ­o. I nuovi incarti aperti sono stati 299 (erano stati 283 nel 2022). I cinque giudici hanno evaso complessiv­amente 270 procedure (261 nel 2022 e 317 nel 2021), a fronte di una media decennale di 247. Le giacenze, viene spiegato, sono aumentate dalle 154 del 2022 a 183. Le pendenze rappresent­ano, quindi, il 61% delle entrate e il 67% degli incarti evasi. «Il leggero rialzo delle entrate e il ridimensio­namento delle uscite non sono motivo di allarme», precisa nel rapporto il presidente del Consiglio della Magistratu­ra Damiano Stefani. Infatti, «i tempi di evasione degli atti d'accusa sono comunque stati ridotti rispetto al passato e praticamen­te tutti i giudici sono stati impegnati con processi estremamen­te laboriosi che hanno richiesto tempi superiori all'ordinario».

 ?? ©CDT/CHIARA ZOCCHETTI ?? Dissidi interni.
©CDT/CHIARA ZOCCHETTI Dissidi interni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland