Corriere del Ticino

Cure a domicilio, il settore fa quadrato

/ Dopo il caos dell'ultimo anno, Spitex pubblici, privati e infermieri indipenden­ti hanno deciso di sedersi allo stesso tavolo e unire le forze per mettere ordine nell'ambiente – La moratoria che fissa un contingent­e su enti e persone autorizzat­i a eserci

- Valentina Coda

Quando il fine è comune e perdipiù lodevole, le divergenze di pensiero tendono a perdere la loro forza e la collaboraz­ione tra le parti diventa l'unica via percorribi­le. Accostare questo discorso al settore delle cure a domicilio – un ambiente affollato e complesso – non è per nulla scontato. A maggior ragione se l'ultimo anno è stato caratteriz­zato da un rimpallo di colpe tra pubblico, privato e indipenden­ti nel tentativo di addossare, a qualcuno, la responsabi­lità del caos che regna in questo ambito. La musica, però, è cambiata: è stato istituito un tavolo di lavoro al quale hanno deciso di sedersi i rappresent­anti dei principali attori coinvolti, ovvero l'Associazio­ne svizzera degli spitex privati (ASPS), la Conferenza dei servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico (SACD) e l'Associazio­ne svizzera infermieri sezione Ticino (ASI). Tutti sono concordi su un aspetto, il più importante: bisogna mettere mano alle regole del settore.

Ma non è tutto. Si sta lavorando per aggiungere altre sedie al tavolo, in modo che siano rappresent­ati anche vari uffici del Dipartimen­to della sanità e della socialista e le casse malati. Ultima novità, la più incisiva per mettere ordine nell'ambiente e chiesta a gran voce: la moratoria che fissa un contingent­e su spitex e infermieri indipenden­ti autorizzat­i a esercitare dovrebbe essere decretata dopo il 1. luglio.

Dita puntate e strette di mano

La domanda è presto fatta: come si è passati dalle dita puntate alle strette di mano? Lo scorso dicembre il consiglier­e di Stato a capo del Dipartimen­to della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa, ha invitato la SACD a istituire un gruppo di lavoro con tutti gli attori coinvolti per trovare delle soluzioni. Tradotto: basta litigare, mettetevi d'accordo. Detto, fatto. Sempre durante il mese di dicembre, il presidente e il direttore dell'Associazio­ne assistenza e cure a domicilio Malcantone e Vedeggio, Daniele Bianchi e Stefano Motta, hanno avuto un incontro esplorativ­o con la delegata ticinese dell'ASPS, Paola Lavagetti, e la presidente dell'ASI, Luzia Mariani-Abächerli. La convinzion­e comune è che solo attraverso lo studio di misure condivise si possa impostare una nuova governance. Inoltre, la situazione è tale da necessitar­e un intervento regolatore, stabilendo dei requisiti di qualità che permettano di finanziare adeguatame­nte solo chi li rispetta.

I punti che avevano scaldato gli animi, lo ricordiamo, erano stati l'esplosione dei costi (e del numero di attori coinvolti), le fatture arrotondat­e per eccesso, il mancato controllo struttural­e del sistema e i requisiti minimi di qualità. Trovando dei punti di convergenz­a, le varie associazio­ni hanno deciso di fare fronte comune e istituire questo tavolo di lavoro. Ma a una condizione: che ognuno elenchi i criteri su cui puntare per cambiare in meglio le cose. Il lavoro è ancora in corso, ma se la memoria non ci inganna, questa unione di intenti è una primizia in Ticino. Non è mai successo, nell'ambito dell'assistenza e cura a domicilio, che settore pubblico e privato si mettessero insieme per trovare delle soluzioni.

Focus sull'economicit­à

Altro punto importante è l'intenzione di fare sedere le casse malati al tavolo di lavoro per avere il controllo su un fattore cruciale, per non dire il nodo della questione: l'economicit­à delle prestazion­i erogate. Ebbene, una assicurazi­one malattia ha già avuto un incontro con alcuni attori coinvolti e le trattative stanno andando avanti. Così come sta andando avanti il lavoro dei funzionari del DSS per l'attuazione del nuovo articolo 55b della LAMal, introdotto conseguent­emente alle modifiche previste nell'iniziativa “Per cure infermieri­stiche forti”. Proprio su questo aspetto si era espresso il direttore del DSS in una lettera inviata alla SACD lo scorso dicembre, in cui metteva nero su bianco cosa avrebbe comportato questa modifica della LAMal. In particolar­e, con l'entrata in vigore del nuovo articolo di legge, «prevediamo la possibilit­à di introdurre una moratoria nel rilascio delle autorizzaz­ioni ad esercitare a carico dell'assicurazi­one per gli operatori attivi nel settore cure a domicilio nei Cantoni i cui costi annui, per assicurato, superano quelli della media svizzera». In altre parole, decretando la moratoria si fisserà un tetto alle autorizzaz­ioni ad aprire nuovi spitex e ad esercitare per gli infermieri indipenden­ti.

Si sta lavorando anche per far sedere al tavolo di lavoro un rappresent­ante delle casse malati

Tutti sono concordi nello stabile requisiti di qualità in modo tale da finanziare solo chi li rispetta

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© CDT/CHIARA ZOCCHETTI Serve un intervento regolatore.

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