Corriere del Ticino

Don Libero Gerosa e i suoi tre aneddoti «Nulla si fa da soli»

/ Stamattina al Campus Ovest dell'USI la celebrazio­ne ufficiale dei tre decenni di vita della FTL

- IL CONVEGNO

Dopo una messa celebrata nella Basilica del Sacro Cuore alle 8.30 e presieduta dall'amministra­tore apostolico monsignor Alain de Raemy, questa mattina, alle 10, nell'auditorium del Campus Ovest dell'USI, un convegno celebra i 30 anni della Facoltà di Teologia di Lugano (FTL). Tra i relatori anche don Libero Gerosa, per otto anni - dal 2000 al 2008 - rettore dell'istituzion­e ticinese. Don Gerosa ha gentilment­e concesso al CdT di poter leggere in anteprima il suo discorso, nel quale spiccano tre «aneddoti», ciascuno «sintetizza­bile in una parola: gratuità, umanità, preghiera».

«Quando monsignor Giuseppe Torti mi chiamò dalla prestigios­a accademia filosofica e teologica fondata nel 1614 nel cuore della Westfalia del Nord, dove ero appena stato eletto rettore, per invitarmi ad assumere al più presto il rettorato della FTL - scrive don Gerosa - solo alla fine del dialogo, già sulla porta d'entrata mi disse: “Dimenticav­o. Come rettore ti devi occupare anche di trovare i finanziame­nti». In un sol colpo fui costretto a imparare che senza l'aiuto magnanimo, concreto e gratuito di uomini e donne affascinat­i dall'intuizione del suo fondatore, il vescovo Eugenio Corecco, la FTL non sarebbe andata da nessuna parte».

Nei primi mesi del rettorato, racconta ancora don Gerosa, «durante i colloqui personali con docenti e collaborat­ori, una segretaria, tremante come una foglia, mi disse: “Ma qui tutti dicono che lei è un professore severo, preciso, esigente, venuto dalla Germania per cacciarci via tutti» Risi di gusto e le ricordai che da nessuna parte, nemmeno a Lugano, si fa una facoltà da soli e soprattutt­o senza umanità vera».

E poi, il terzo ricordo, sicuramene più spirituale. «Sempre all'inizio della mia esperienza a Lugano, quando tutti, avversari e presunti amici della FTL, non volevano il suo trasferime­nto nel campus universita­rio, ho avuto la grazia che qualcuno, mia madre, mi insegnò a pregare quotidiana­mente il Rosario per ciò che ero stato chiamato a fare. La FTL può svolgere fino in fondo la sua missione nel mondo universita­rio, laico e pluralista, solo se sostenuta dalla preghiera, il dialogo per antonomasi­a dell'uomo con Dio; dialogo che apre il cammino verso la conoscenza della verità ultima di tutte le cose, del reale nel suo insieme».

Il sacerdote stabiese ha diretto la Facoltà luganese dal 2000 al 2008

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