Studiare Dio per capire il mondo I 30 anni della Facoltà di Teologia
/ Il rettore René Roux, in carica dal 1. gennaio 2015, spiega il legame che unisce l'istituzione accademica con il territorio ticinese «Partecipiamo molto intensamente alle attività del cosiddetto “terzo mandato”, il cui scopo è trasferire la conoscenza a
René Roux, 57 anni, valdostano, è entrato il 1° gennaio scorso nel decimo anno di rettorato della Facoltà di Teologia di Lugano (FTL). Dopo l'ordinazione al sacerdozio nel 1991, Roux ha studiato a Oxford, Parigi e Roma, dove nel 1999 ha conseguito il dottorato al Pontificio istituto patristico Augustinianum. È stato anche, per 5 anni, professore ordinario di Storia della Chiesa antica, Patrologia e studi sulle Chiese orientali all'Università di Erfurt, in Turingia.
«Dal mio punto di vista - dice Roux al CdT guardando a ritroso nella storia della FTL credo che sia possibile tracciare un bilancio estremamente positivo. Soprattutto se penso a come la Facoltà è iniziata, con grande entusiasmo e poche risorse, e a quale approdo è giunta oggi, con oltre 450 studenti. Siamo una delle facoltà teologiche più grandi della Svizzera, siamo aperti al mondo pur mantenendo un profondo radicamento nel territorio ticinese. La nostra particolarità è questa: siamo nati da una volontà locale ma abbiamo saputo conquistare un'ampiezza internazionale. Oltre a formare insegnanti e sacerdoti del cantone, abbiamo allievi e docenti che provengono dall'Africa, dalle Americhe, dall'Est Europa».
In 30 anni, il profilo della FTL è ovviamente cambiato. «Oggi - dice il rettore - ci occupiamo in particolare di teologia cattolica, filosofia, diritto canonico e storia delle religioni. Un ventaglio ampio che ci ha permesso di allargare la dimensione e la vocazione originaria della Facoltà. Siamo sempre di più un luogo di riflessione dell'umano all'interno della tradizione cristiana, Siamo al servizio della Chiesa cattolica, ma non solo: grazie all'ampiezza dello sguardo con
cui osserviamo la società e il mondo».
Viene da chiedersi se questo «allargamento» di prospettiva sia stato indotto anche dalla crisi delle vocazioni, se cioè l'apertura all'esterno sia stata una necessità invece che una scelta. «È vero che il sacerdozio attira meno rispetto a un tempo, ma l'interesse esterno verso la Facoltà è molto cresciuto. Sono sempre più numerose, infatti, le persone che si accorgono di aver bisogno di integrare la propria formazione con tematiche religiose. Nei nostri corsi, siamo arrivati ad avere quasi 100 studenti uditori a semestre. Un numero davvero enorme».
Un successo favorito, probabilmente, dal legame molto solido che lega la FTL al territorio ticinese. «Noi abbiamo sempre lavorato in questa direzione - dice ancora René Roux - all'inizio, forse, è stato più difficile: 30 anni fa eravamo un centro di studi specialistici, un'istituzione privata. Oggi, anche grazie all'affiliazione con l'Università della Svizzera Italiana (USI), siamo non soltanto un luogo di ricerca e di formazione didattica, ma anche un punto di riferimento pe tutta la società. Partecipiamo intensamente alle attività del cosiddetto “terzo mandato”, il cui scopo è trasferire la conoscenza all'intero corpo sociale».
Il rapporto tra la FTL e la Chiesa cattolica resta, in ogni caso, determinante. «È un legame sempre molto stretto conferma il rettore - anche per il ruolo fondamentale che la Facoltà svolge nella formazione del personale religioso ticinese. E tuttavia, siamo stati capaci di acquisire una dimensione importante anche nello studio delle altre religioni. Il nostro punto di vista non è relativistico, ma chiaro, onesto intellettualmente. Questo ha permesso a chi appartiene ad altre confessioni di sentire, di
percepire il rispetto della propria alterità di pensiero. Il confronto delle idee è la nostra forza; e d'altronde, senza questo confronto l'università morirebbe». A Lugano hanno studiato e insegnato allievi e docenti protestanti e anche musulmani. «Per alcuni programmi - dice Roux - abbiamo invitato insegnanti di altre confessioni, perché è necessario ascoltare anche la prospettiva dell'altra parte. È un vero metodo di ricerca e di formazione, e anche un modo per rafforzare le basi di una convivenza pacifica».
Forse è anche un metodo che rispecchia la realtà odierna della Chiesa cattolica guidata da Francesco. «La Chiesa è di Gesù - afferma il rettore della FTL - Francesco le sta dando doni e carismi. All'interno della Chiesa c'è sempre chi è più in sintonia con il Papa in carica, e chi invece con il Papa di prima. Certo è che lo stile diretto del pontefice costringe tutti a uscire dalle tranquillità del mondo “borghese”. Per la mia esperienza personale, dico che Bergoglio sta tentando di far uscire la Chiesa dai blocchi contrapposti, educa alla comprensione reciproca e all'ascolto dello Spirito Santo che parla alla sua Chiesa: un ideale rivoluzionario, un modello che pure noi seguiamo nel nostro lavoro di docenti e formatori».
In estrema sintesi, conclude René Roux, nei suoi primi 30 anni di vita la Facoltà di Teologia ha avuto sempre, come obiettivo principale, la ricerca del «senso della vita, ciò che è al centro dell'esistenza umana, Chi viene qui a studiare, anche al di fuori della scelta vocazionale, lo fa probabilmente perché percepisce di poter accedere a una formazione che apre la mente. Una formazione che permette di acquisire competenze intellettuali sempre più necessarie nel mondo in cui viviamo».